PIZZUL E ROZZA (PD): 231MILA CITTADINI DELLE CASE POPOLARI DIVENTINO UNA PRIORITÀ DELLA REGIONE DEI PROSSIMI TRE ANNI
Il Pd ha raccolto i dati della condizione socioeconomica degli inquilini: concentrazione di anziani e disabili, molti dei quali soli, i problemi a cui dare risposte
Oltre 231mila persone in Lombardia vivono nelle case popolari, 135mila solo a Milano dove costituiscono circa un decimo della popolazione residente, e infatti nella Città metropolitana si concentrano circa sei inquilini di case ERP su dieci. Circa un terzo del totale sono ultrasessantacinquenni, di cui oltre 23mila (15.491 a Milano) vivono da soli, come da soli, sempre a Milano, vive il 32% dei circa 20mila inquilini disabili. Sette abitanti su dieci delle case popolari hanno redditi familiari al di sotto dei 14mila euro annui, quattro su dieci sotto i 9mila.
Questi e altri dati sulla condizione socioeconomica di chi abita nelle case popolari lombarde sono stati raccolti dal gruppo regionale del Partito Democratico che li ha presentati in una conferenza stampa a pochi giorni dalla discussione del bilancio regionale del prossimo triennio, in Aula il 16 e 17 dicembre. Di fronte alle emergenze emerse, il Pd ha formulato quattro proposte con un presupposto: la qualità della vita di chi vive nei quartieri popolari dovrà diventare una priorità.
“Avremmo immaginato un bilancio regionale volto a ricucire i tanti strappi della pandemia e a sostenere la ripresa di tanti settori in difficoltà – ha dichiarato Fabio Pizzul, capogruppo del Pd in Regione – ma quello che abbiamo sotto gli occhi è un documento deludente, che non fa gli investimenti necessari nemmeno in sanità e che non interviene sulle tante fragilità sociali. Le nostre proposte, quindi, intendono riorientare l’azione regionale a partire da queste priorità.”
“Noi vogliamo una Lombardia che sia in grado di dare prospettive e futuro ai giovani e alle famiglie, anche quelli che vivono nelle periferie urbane e in quelle sociali della nostra Regione” spiega la consigliera regionale Carmela Rozza. “La prima emergenza è la salute, soprattutto laddove gli anziani sono di più. Questo per noi significa recuperare gli spazi idonei a diventare ambulatori da affidare a medici e infermieri che possano essere un punto di riferimento per i quartieri popolari. La seconda emergenza è liberare i tanti disabili dalla segregazione, perché sono ostaggi delle barriere architettoniche. La terza è cambiare prima possibile la legge regionale sulle assegnazioni, che è un vero fallimento, perché oggi ci sono alloggi vuoti che gli enti non riescono ad assegnare e persone che avrebbero diritto alla casa popolare che rimangono senza risposta. La terza è utilizzare le risorse del piano Next Generation EU, quindi i soldi dell’Europa, per far uscire dalla marginalità i quartieri popolari e le tante periferie lombarde, in un’alleanza tra pubblico e privato per realizzare progetti inclusivi complessi dove vi sia promozione del lavoro per le donne, promozione del lavoro per i giovani, recupero della dispersione scolastica, inclusione delle famiglie immigrate e sostegno sociale per anziani e disabili. Quattro proposte a cui attendiamo altrettante risposte”.
Le slide con i dati presentate durante la conferenza stampa
L’ordine del giorno sugli ambulatori di medicina generale
L’ordine del giorno su PNRR
L’ordine del giorno sulla revisione dell’assegnazione degli alloggi
Milano, 11 dicembre 2020