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Violenza sulle donne
BOCCI (PD): “COMUNI E GOVERNO CI SONO. REGIONE LOMBARDIA? ECCO I NOSTRI SUGGERIMENTI”

 

“Anche la rete antiviolenza del Comune di Milano resta attiva per continuare ad aiutare le donne, nonostante l’emergenza coronavirus. Intanto, il numero 1522, il servizio pubblico della Presidenza del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità, rimane attivo 24 ore su 24. Inoltre, la Ministra Bonetti ha appena riunito la Cabina di regia interministeriale per definire il riparto dei fondi del 2020 che destinerà 20 milioni di euro alle Regioni e 10 milioni a un bando per il contrasto della violenza maschile contro le donne. Insomma, il Governo c’è, i Comuni pure, Regione cosa sta facendo?”, se lo chiede Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, ricordando che “per le donne vittime di abusi e violenze restare in casa può essere un grande rischio”.

Le donne che vivono situazioni di abuso e violenza nelle mura di casa dove adesso sono costrette a restare, non vanno lasciate sole – insiste Bocci –. E d’altra parte chi lavora nei centri e nelle case rifugio è esposto a rischi di contagio e opera senza presidi di protezione”.

Ecco perché la consigliera Pd ha una serie di richieste da fare a Regione Lombardia: “Bisogna implementare la comunicazione sulla possibilità di chiamare il numero nazionale 1522 e la app collegata, attivata da pochi giorni per chi non può fare telefonate, ma riesce magari a mettersi in contatto via messaggio. Vorrei chiedere anche che Regione stanzi d’urgenza risorse proprie per questa fase dove le donne sono a casa e potrebbero avere difficoltà a chiedere aiuto. Inoltre, sostenga i costi delle quarantene prima dell’inserimento in casa rifugio, reperendo anche posti in alberghi. Oppure, si allontanino i maltrattanti, magari mettendo loro in quarantena in strutture. Infine, alla fine dell’emergenza i Cav andranno ancora più sostenuti”.

Un ultimo invito viene rivolto da Bocci a tutte le Procure lombarde affinché seguano “l’esempio della Procura di Trento che, appunto, ha dato disponibilità a trasferire i maltrattanti in altra residenza e non le vittime e i minori che la subiscono. Questa è una scelta giusta per evitare di aggiungere dolore e disagio a una violenza in atto”.

Milano, 22 marzo 2020

 

 

PD Regione Lombardia