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SUI TRENI E NELLE STAZIONI LOMBARDE CRESCE IL PROBLEMA SICUREZZA

IL PD DIFFONDE I DATI: FURTI E RAPINE IN CRESCITA, PER MINACCE E AGGRESSIONI PIÙ DI UN CASO AL GIORNO

 

La sicurezza a bordo dei treni di Trenord e nelle stazioni lombarde del servizio ferroviario regionale, durante gli ultimi cinque anni è in costante peggioramento. Il grosso, sono dati relativi a 2024, lo fanno minacce (472), furti (432) e aggressioni al personale o ad altri passeggeri (362). In crescita maggiore rispetto all’anno precedente sono le rapine (101 contro 36, +180%), i furti (432 contro 206, +110%) e gli atti osceni (56 contro 27, +107%).

Lo dicono i dati ottenuti dal gruppo regionale del Partito Democratico attraverso un accesso agli atti all’assessorato alla sicurezza, guidato da Romano La Russa, di Fratelli d’Italia. Al Pd sono state fornite le statistiche delle segnalazioni raccolte dal Focal point security di Trenord, la struttura interna a cui il personale deve inoltrare fatti e circostanze di eventi delittuosi che avvengono nei convogli o sulle banchine.

Il FPS raccoglie gli eventi categorizzandoli in bianchi, gialli e rossi in funzione della gravità. I codici bianchi vanno dalla segnalazione di indigenti a bordo, la presenza di graffiti o altri danni ai convogli, all’evasione del titolo di viaggio o a intemperanze. Fatti minori, con variabilità alta e grande incidenza della categoria “altro”. Più gravi e pericolosi sono gli eventi gialli, come atti osceni, furti, minacce e molestie, e quelli rossi: sabotaggi, aggressioni e rapine. Sono questi ultimi ad essere in aumento costante e preoccupante, secondo la seguente dinamica: erano 832 nel 2020, anno Covid, 1.172 nel 2022, primo anno di ritorno alla normalità, e 1.821 nel 2024.

I progetti per la sicurezza di Regione Lombardia per affrontare il tema sono ondivaghi e insufficienti, come è il caso del recente annuncio dell’introduzione delle bodycam per il personale viaggiante, o delle guardie giurate. Le bodycam erano già state annunciate nel 2018, ma il progetto non andò in porto. Anche le guardie giurate erano state già introdotte nel 2017, e anche quel progetto fu poi accantonato. Di recente è stato reintrodotto su tre linee per limitati periodi di tempo: S9 (Saronno- MI Lambrate – Albairate), S1 (Saronno – Milano – Lodi) e S13 (Pavia – Milano).

Non meglio vanno i progetti regionali per il presidio delle stazioni, siglati dalla Regione con le prefetture di Varese, Pavia e Lecco, Trenord, RFI e i comuni interessati. Protocolli finanziati con 24mila (Pavia) o 30mila euro (Varese e Lecco), cifre che, conti alla mano, servono a pagare due agenti per una o due uscite al mese per ogni stazione.

Il problema della sicurezza di personale e utenti del servizio ferroviario regionale non è dunque una novità, ma a grandi e reiterati proclami non seguono fatti concreti. A più riprese il Partito Democratico ha chiesto che a bilancio venissero stanziate risorse a questo scopo, soprattutto per le stazioni, con l’installazione di tornelli e l’aumento del personale. L’ultima volta è accaduto a dicembre, in sede di discussione del bilancio 2025-2027, ma la proposta è stata respinta, come altre volte.

Nel frattempo l’assessorato alla sicurezza ha tagliato le proprie risorse, già esigue, pari allo 0,012% del bilancio regionale, riducendole del 40%.

La conclusione, sostenuta dai dati raccolti dal Partito Democratico, è che la sicurezza è per la destra al governo di Regione Lombardia solo un tema da agitare quando fa comodo, ma non un tema da affrontare in modo effettivo e concreto.

 

Simone Negri, capodelegazione in commissione trasporti del Consiglio regionale e autore degli accessi agli atti spiega la situazione: “L’insicurezza sui treni e nelle stazioni è un problema crescente e in questo caso la responsabilità di farvi fronte è interamente della giunta di Regione Lombardia e, in particolare, dell’assessorato alla sicurezza, guidato da un big di Fratelli d’Italia come Romano La Russa. Vediamo che nell’ultimo anno sono aumentate le segnalazioni più gravi, come rapine, furti e molestie, mentre aggressioni e minacce al personale e agli altri passeggeri sono a livelli molto elevati, ben più di un caso al giorno. Quali sono le contromisure della giunta a questi problemi? Misure di impatto molto limitato, ondivaghe e con risorse risicate. La sicurezza è una precondizione del servizio ferroviario e la Regione, l’assessore La Russa in particolare, non sta facendo assolutamente abbastanza per garantirla”. Video di Simone Negri

 

Il collega Gigi Ponti, già autore di proposte in sede di bilancio per aumentare la sicurezza nelle stazioni lombarde, aggiunge che “la sicurezza è condizione essenziale per la diffusione dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Sappiamo bene che molte persone non li utilizzano proprio per paura. L’obiettivo deve essere garantire sicurezza sui treni e fuori e dentro le stazioni. Per questo noi abbiamo da tempo proposto, inascoltati, di installare nelle stazioni, siano esse grandi o piccole, i tornelli, in modo che solo chi ha un biglietto di viaggio vi possa accedere. Essenziale, inoltre, aumentare il personale, che oggi è davvero carente. Le telecamere da sole non bastano. Sappiamo che la presenza delle persone è già di per sé un elemento di sicurezza, mentre negli spazi abbandonati cresce il disagio. Trovo invece irrealistico pensare, come ha proposto la giunta regionale, di impiegare la polizia locale anche nelle stazioni, vista la gravissima carenza di personale in tutti i comuni”.

 

Gianmario Fragomeli, che si occupa dei temi della sicurezza anche in segreteria regionale, rileva che “la Regione Lombardia continua a tagliare le risorse per la sicurezza: l’esiguo 0,012% del bilancio è la prova di come la destra al governo regionale non sia capace di tradurre le parole in azioni concrete. E anche quando ha gli strumenti, non li utilizza. Le poche risorse disponibili sono gestite male. La legge 6 del 2015, che dovrebbe promuovere la collaborazione tra Regione, enti locali e governo, è completamente disattesa e questo assessorato non dialoga né con il governo né con i sindaci e la polizia locale. A livello operativo la situazione è altrettanto grave: i sindaci assumono agenti che però non possono completare il percorso formativo perché i corsi sono fermi, e i nuovi assunti non possono uscire dagli uffici e operare in strada. Inoltre, i bandi non tengono conto degli indicatori di rischio, il capitolo delle dotazioni informatiche è stato azzerato e, dopo due anni e mezzo, il sistema informativo regionale ancora non funziona, compromettendo la comunicazione tra le diverse strutture”. Video di Gian Mario Fragomeli

 

Conclude il capogruppo Pierfrancesco Majorino: “la gestione della sicurezza della Regione è un disastro. Basti pensare ai tagli del 40% alle risorse. La sicurezza, alla fine, cade tutta sulle spalle dei sindaci. Mi domando cosa aspettino Piantedosi e Salvini a occuparsi della sicurezza in Lombardia, visto che la giunta guidata da Fontana continua a girarsi dall’altra parte. Si evidenzia così tutta l’ipocrisia della destra che fa della sicurezza la sua bandiera ma di fronte al crescere dell’allarme non dà alcuna risposta concreta”.

📍La tabella

📍I grafici

Gli ordini del giorno bocciati

📍ODG_695

📍ODG_1081

Le interrogazioni presentate

📌ITR 2111 – Sicurezza del personale Trenord a bordo treno – 20/7/23

📌ITR 2484 – Richiesta di informazioni in merito alla sicurezza del sistema ferroviario lombardo – 7/8/2024

📌ITR 2541 – Situazione sicurezza sistema ferroviario lombardo – 24/10/2024

Milano, 7 marzo 2025

PD Regione Lombardia