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Si è parlato di salute e medicina di genere, consultori, servizi sanitari e sociosanitari per i minori più in difficoltà, soprattutto con disagi psicologici e neuropsichiatrici, di ruolo delle associazioni di pazienti e di familiari di pazienti, questa mattina in consiglio regionale, durante la maratona sulla riforma sanitaria. A fare il punto di un’ampia parte dei temi della salute è stato sempre il Gruppo regionale del Pd, che si è chiesto che priorità abbiano questi temi dentro la riforma e quanto siano considerati: “Poco o niente: basti pensare che nel testo la parola donna o donne non compare mai, la parola consultori una volta sola – fa sapere il consigliere Giuseppe Villani –. Ma sia per loro che per i più giovani, per gli anziani, per le associazioni di pazienti servono servizi, ospedalieri o di prossimità, che richiedono investimenti prioritari importanti, e non uno spazio dedicato quasi nullo, quando queste fasce sono state le più colpite dalla pandemia”.

Per le donne il Pd ha pensato a diversi ordini del giorno che chiedono terapie appropriate e personalizzate, tecnologie innovative per l’accesso alla medicina, un sostegno maggiore alla diagnosi e cura di genere.
La medicina di genere è poi strettamente connessa a presidi sociosanitari fondamentali per i territori: i consultori. “Secondo la legge 34 del 1996 dovrebbero essercene uno ogni 20mila abitanti. Ma in Lombardia ce ne sono meno di 250, quindi meno di uno ogni 40mila abitanti. Di questi i pubblici sono 141, i privati 100, la maggior parte di quest’ultimi di natura confessionale, legati a enti religiosi, mentre i consultori laici si contano sulle dita di una mano”, rende noto ancora Villani.
La loro distribuzione è molto disomogenea nelle diverse Ats: “Si va da una sede ogni 37.377 abitanti nell’Ats Montagna a una sede ogni 126.401 abitanti nell’Ats di Bergamo. Per quanto riguarda la provincia di Pavia, vi sono 17 consultori, 12 pubblici e 5 privati, per un media di uno ogni 31.468 abitanti. Non solo: il numero medio di prestazioni erogate è il più basso in assoluto tra le regioni italiane”.

Invece, per il Pd deve avvenire esattamente il contrario: il compito dei consultori deve essere rivisto e potenziato, le sedi devono essere adeguatamente finanziate e sostenute, diventando davvero punto di riferimento e servizio fondamentale alla comunità per una procreazione e maternità responsabile, per la promozione dell’educazione affettiva e sessuale nelle istituzioni scolastiche, potenziando l’accoglienza e la cura del disagio giovanile, così tanto aumentato durante la pandemia. “La riforma non contempla l’urgenza di strumenti per affrontare il disagio dei ragazzi e delle ragazze, uno dei grandi nodi problematici del nostro tempo, e non si impegna da subito a investire risorse in questo settore. Non dice chiaro che ospedale e territorio devono essere in stretto contatto, che ci deve essere continuità tra la cura per acuzie e il percorso di prevenzione e di reinserimento”, incalza il consigliere Pd.
“Così com’è, la proposta di legge della maggioranza non sarà lo strumento per migliorare la sanità lombarda, che cambierà in meglio e non lascerà indietro nessuno solo quando cambierà la guida della Lombardia. Da qui parte il nostro impegno nei confronti di tutti i lombardi”, conclude Villani.

Milano, 22 novembre 2021

PD Regione Lombardia