“Come sarà il servizio ferroviario tra cinque o dieci anni? Migliore o peggiore? Dipende da scelte che devono essere fatte ora. Non è un segreto che la soddisfazione dei cittadini sia bassa e che molti preferiscano l’auto al treno, visti i disagi quotidiani. L’ultimo episodio è proprio di ieri sera e ha visto centinaia di pendolari cremonesi e mantovani rimasti ostaggio di Trenord per ore, a causa di un guasto al treno, l’ennesimo. E che cosa ha deciso Fontana? Di non cambiare nulla per i prossimi dieci anni, fino al 2033. Anzi, qualcosa, sì, cambierà: il prezzo del biglietto, e nemmeno di poco, perché la previsione è di un aumento del 40% che peserà sulle tasche degli utenti, mentre il rinnovo decennale del contratto di servizio con Trenord costerà al bilancio di Regione Lombardia 97,2 milioni di euro in più”.
Così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni all’indomani della seduta consiliare in cui, grazie a un question time e a una mozione del gruppo dem, si è parlato delle ricadute che avrà il nuovo contratto di servizio che Regione Lombardia ha sottoscritto per altri dieci anni con Trenord.
“Il nuovo piano economico finanziario, infatti, prevede un corrispettivo fisso di 542 milioni all’anno, a fronte dei 453 milioni impegnati nel 2022 e la differenza genera una maggiore spesa a carico del bilancio regionale che corrisponde appunto a 97,2 milioni – spiega Piloni -. Dove vengono trovate queste risorse? Dal momento che le risorse nazionali, 30 milioni all’anno, non bastano, il nostro timore è che per garantire il contratto con Trenord si vada a intaccare il fondo già assai fragile per il trasporto pubblico locale che non permette alle agenzie di garantire un servizio adeguato”.
“Anche di fronte a questi numeri, il servizio ferroviario ha bisogno di una svolta – aggiunge il consigliere dem -. Serve una gara pubblica che estenda e ridefinisca il servizio per renderlo efficiente e puntuale, tutelando al contempo l’unica parte sana di Trenord: lavoratrici e lavoratori”.
“Oggi abbiamo chiesto di rivedere questa decisione e di puntare ad un rilancio vero del servizio ferroviario, ma, purtroppo, la maggioranza di Fdi e Lega ha detto di NO. A loro va bene così. Alla faccia dei pendolari, dei lombardi e dei nostri territori. E delle nostre tasche. Com’era un vecchio detto leghista? Ah, sì: ‘lùmbard, paga e tàs’ – conclude Piloni – Ma noi non ci fermiamo qui. Continueremo a lavorare e fare proposte per un servizio ferroviario efficiente”.
Milano, 7 giugno 2023