Con la seconda ondata della pandemia che sta risalendo vertiginosamente, nelle case di riposo lombarde, le Rsa, inizia a tornare la preoccupazione e il timore di rivedere un brutto film. Lo denuncia Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente del consiglio, che ha appena depositato, assieme ai colleghi dem, una mozione, da discutere nella seduta di martedì 3 novembre, che propone un Piano regionale per le Rsa.
“A marzo e nei mesi seguenti nelle Rsa della Lombardia si è consumato un dramma. Lasciate sole dalla Regione, impreparate a un simile evento, le case di riposo sono state teatro di un numero impressionante di decessi. D’altra parte, i loro ospiti sono le vittime perfette del virus: sono anziani, cronici, pluripatologici e vivono in comunità. È qui che bisogna intervenire subito”, avverte Borghetti.
“A otto mesi dall’inizio della pandemia la Regione ha inondato i servizi sociosanitari di raccomandazioni e protocolli, ma il sostegno ad affrontare il virus è un’altra cosa, anche il supporto previsto in alcune delibere è rimasto a oggi sulla carta, e se la Regione non si dà una mossa con iniziative concrete a sostegno di tutto il sociosanitario, rischiamo di vedere a breve un nuovo dramma, a partire dalle Rsa – insiste il vicepresidente –. Durante la prima ondata la maggior parte dei decessi Covid non era stato diagnosticato come tale: quindi serve subito un Piano regionale per il tracciamento a tappeto di operatori e ospiti delle Rsa, per evitare l’ingresso del virus nelle strutture e per isolare tempestivamente gli ospiti positivi, scovando subito gli asintomatici, oltre a prevedere tutta una serie di sostegni rapidi e concreti mancati a marzo”.
Nella mozione Borghetti e i consiglieri Pd dettagliano i punti del Piano regionale Rsa che propongono:
disponibilità di test per monitorare settimanalmente gli operatori sociosanitari in servizio e il personale, interno ed esterno, addetto ai servizi generali, al fine di evitare che questi possano portare dentro le strutture il virus;
possibilità di testare tutti gli ospiti almeno una volta alla settimana, al fine di poter mettere tempestivamente in isolamento gli ospiti positivi, anche asintomatici;
disponibilità certa di strutture di supporto per trattare gli anziani positivi, nel caso in cui la Rsa non abbia sufficienti spazi separati adeguati disponibili e la disponibilità di adeguati ricoveri ospedalieri per gli anziani più gravi, indipendentemente dalla loro età;
messa a disposizione senza formalità burocratiche di medici specialisti da parte degli ospedali (Asst) per consulenze e supporto al personale medico delle Rsa;
progressiva possibilità di visite per i parenti in sicurezza in relazione all’andamento epidemiologico e alla disponibilità di testare gli stessi all’ingresso con test rapidi;
garanzia di fornitura dei Dpi da parte della Regione qualora si dovesse tornare in una situazione di scarsità come successo nella prima ondata epidemica;
versamento, entro la prima metà di novembre, dei contributi previsti nel budget 2020 e non ancora versati per i posti letto rimasti vuoti a causa della pandemia, a parziale ristoro delle maggiori spese sostenute durante l’epidemia Covid-19;
istituzione di una Cabina di regia regionale con la partecipazione di specialisti e gestori per monitorare le misure di gestione e contenimento del Covid nelle Residenze.
“Spero proprio che il presidente Fontana e l’assessore Gallera, con la loro maggioranza, sappiano cogliere lo spirito costruttivo di queste proposte: lo chiediamo per i nostri anziani, qui la politica non c’entra niente”, conclude Borghetti.
Milano, 30 ottobre 2020