Il Consiglio regionale ha approvato nei giorni scorsi la proposta del consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella di studiare l’introduzione in Lombardia del Voucher Baby-sitting, un buono per le lavoratrici dipendenti pubbliche o private, comprese le imprenditrici e le lavoratrici autonome, che abbiano figli tra 0 e 2 anni. Alternativo alla misura “Nidi gratis”, permetterebbe alle donne che intendono rientrare al lavoro e possono farlo con modalità flessibili di ricevere un contributo per pagare una babysitter.
Scandella, che da tempo si sta occupando di tematiche relative alla natalità e al sostegno delle famiglie che intendono avere figli ma che incontrano difficoltà soprattutto economiche, ha presentato al bilancio un ordine del giorno che è stato approvato da tutta l’Aula.
“In Italia abbiamo un tasso di occupazione femminile, il 48,8%, che ci vede penultimi in Europa – spiega Scandella -. Molte sono le donne che dopo la prima o la seconda gravidanza rinunciano al lavoro, perché di fatto troppo spesso mancano le condizioni economiche e logistiche per conciliare impegno lavorativo e maternità. Non è necessario che sia così, perché in Nord Europa il tasso molto alto di occupazione femminile – Svezia 74,6%, Norvegia 71,9% – viaggia di pari passo con il tasso di natalità – Svezia 1,85 figli, Norvegia 1,72 – mentre in Italia siamo fermi ad una media di 1,35 figli. Il Governo Renzi aveva introdotto un Voucher Babysitter nazionale, che era stato utilizzato da 8.100 beneficiarie di cui una quota significativa in Lombardia, ma il Governo attuale non l’ha rifinanziato, anzi, ha anche tolto lo sgravio contributivo previsto per il datore di lavoro che promuoveva azioni di conciliazione tra lavoro e vita privata come il part-time e lo smart working, il lavoro da casa. La Regione Lombardia si è sempre limitata ad adottare misure complementari come Nidi gratis rispetto a quelle statali, senza considerare il reale impatto sulla condizione della donna lavoratrice e sul benessere familiare. Io sono convinto che le istituzioni debbano creare una rete di servizi e di agevolazioni che permettano di conciliare lavoro e maternità e in questa direzione va il voucher per la babysitter, perché l’asilo nido non c’è ovunque e non è sempre la risposta adatta alle esigenze della famiglia. Sono soddisfatto della risposta positiva dei colleghi, ora mi attendo che si ragioni in tempi brevi di come attuarlo concretamente.”
Milano, 2 agosto 2019