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SICUREZZA: GRUPPO REGIONALE PD, “DALLA REGIONE MENO CHIACCHIERE E PIÙ FATTI”

 

“Noi crediamo che ci sia bisogno di un cambiamento netto in questa regione, anche a livello nazionale, sulla sicurezza, perché siamo di fronte a un governo che chiacchiera tantissimo e non fa nulla. Basti pensare che a Milano non sono mai arrivati i poliziotti promessi dal ministero dell’Interno o che Regione Lombardia continua a tagliare risorse proprio sulla sicurezza urbana. Il tema della sicurezza non riguarda solo Milano o le città, ma riguarda il Paese e va affrontato in maniera evidentemente differente nei singoli territori. Ma noi dobbiamo ragionare di sicurezza con l’approccio di capire come garantire maggiore serenità alle persone e come tenere insieme prevenzione, coesione sociale ed efficacia. Dobbiamo costruire una buona politica per la sicurezza, che non è quella di una destra che droga il dibattito e ne fa occasione per alimentare lo scontro verso alcune categorie di persone o per immaginare una condizione di perenne emergenza. A questa narrazione tossica opponiamo Le nostre proposte: fatti concreti fondati su coesione sociale, presidio del territorio e prevenzione.”

Lo ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Consiglio regionale della Lombardia, durante il convegno dal titolo “SICUREZZA, PIÙ FATTI E COESIONE SOCIALE” organizzato oggi in Consiglio regionale dal gruppo democratico, alla presenza tra gli altri dell’ex capo della polizia Franco Gabrielli.

 

Per Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale e vicesegretario regionale Pd, la Regione è fortemente deficitaria: “Abbiamo fatto il punto sul fenomeno sicurezza – dice – per iniziare un lavoro che faremo con tutto il territorio della Lombardia. I dati dicono che i reati sono in calo, sebbene la Lombardia sia ancora sopra la media nazionale per denunce. Ma il lavoro sulla sicurezza va portato avanti sempre e con serietà e decisione, guai a sottovalutare i bisogni di sicurezza delle persone. Ma certamente in Lombardia c’è una destra che non fa quello che dovrebbe fare, che non forma i nuovi agenti di polizia locale, o lo fa con grande ritardo, e che abdica al suo dovere di fare coordinamento. C’è un assessorato alla sicurezza, retto da chi si vanta di essere vicino alle divise, ma la dura realtà è che le risorse per sicurezza e ordine pubblico, già minime, sono state tagliate pesantemente, e i comuni vengono lasciati soli di fronte ai problemi. Questo approccio noi lo contestiamo duramente e denunciamo l’incoerenza di una destra che agita le paure ma che non fa nulla per affrontare i problemi.”

 

Secondo Carmela Rozza, consigliera regionale: “il controllo del territorio serve, certo, ma solo se c’è anche il lavoro per garantire la coesione sociale. Sicurezza e coesione sociale devono stare insieme, ma nel senso che laddove ci sono i ragazzi che vivono in situazioni problematiche bisogna intervenire in modo sistemico, tenendo insieme la riqualificazione dei quartieri e gli interventi degli educatori di strada. Nei mesi scorsi mi sono presa il tempo di leggere le canzoni dei trapper: sono un atto di accusa verso gli adulti. Non significa che dia ragione ai richiami all’uso della violenza, ma quanto sappiamo di chi tra quei ragazzi, nei quartieri popolari, lascia la scuola? Loro ci chiedono di essere portati via da quelle situazioni, ma la risposta dello Stato è solo metterli in galera. La verità è che ci servono politiche e risorse per incontrare quei ragazzi e dare loro opportunità.”

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NOTA STAMPA

 

La narrazione che vorrebbe le nostre città preda del crimine è falsa e strumentale, e a dirlo sono i dati ufficiali che vedono ridursi i reati e le vittime di reato dal 2015 al 2023, ultimo anno di cui abbiamo i dati. Tuttavia la sicurezza è un fenomeno complesso, che i dati raccontano solo in parte, e soprattutto che non deve mai essere sottovalutato. La sicurezza è un diritto di ogni persona ed è alla base della convivenza democratica. Il Partito democratico prende molto sul serio questo tema, mentre altri partiti, sempre pronti ad enfatizzare ogni evento delittuoso, soprattutto se commesso da persone con origini extraeuropee, poi mancano sulla pratica. Che cosa succede in Regione Lombardia, ente guidato da due partiti che fanno della sicurezza un tema identitario? Ente che ha un assessore, Romano La Russa, con delega specifica?

Succede che la dotazione economica per la sicurezza e l’ordine pubblico, che serve per sostenere i comuni in progetti appositi, è pari allo 0,012% del bilancio per il 2025. Cifra esigua, ma occorre aggiungere che è stata tagliata di un terzo rispetto all’anno precedente, passando da 6,44 milioni di euro a 4,08 milioni. I trasferimenti correnti alle amministrazioni locali per iniziative e interventi di sicurezza sono calati addirittura del 40% e ammontano a soli 600 mila euro. Le risorse per le iniziative di sensibilizzazione e contrasto alle forme di illegalità, così come quelle per il finanziamento di progetti di potenziamento degli strumenti informatici della polizia locale sono state letteralmente azzerate. Se il quadro delle risorse dimostra un palese disinteresse della politica regionale verso la sicurezza, lo stesso vale per le attività di coordinamento: la Struttura regionale per la promozione del coordinamento tra servizi di polizia locale, secondo la legge, dovrebbe avvalersi di un Comitato tecnico composto dai comandanti dei corpi di Polizia Locale dei comuni capoluogo e da quattro ufficiali di Polizia Locale, questi ultimi designati dal Consiglio delle autonomie locali. Inoltre, la legge prevede anche la costituzione di un Tavolo di consultazione regionale composto anche da sei sindaci designati dal Cal. Entrambi gli organismi di supporto non risultano oggi completamente costituiti come previsto dalla legge. Problema ulteriore è il ritardo con cui la Regione attiva i corsi di formazione per gli agenti di polizia locale, senza i quali il nuovo personale non può operare pienamente.

Passando al livello governativo, non risultano essere ancora stati assegnati a Milano gli agenti promessi.

 

Su che cosa insiste il Pd?

I tagli a sicurezza e ordine pubblico vanno cancellati e le risorse incrementate. Occorrono progetti specifici per la sicurezza nelle aree ad alto tasso di pericolosità e degrado e sicuramente nelle stazioni ferroviarie e a bordo treno. Le risorse per la l’implementazione o integrazione dei sistemi di videosorveglianza e di lettura targhe dei comuni, per la sicurezza dei parchi pubblici e di formazione di presidi in contesti ad alta residenzialità pubblica deve essere aumentato in modo consistente, almeno a quindici milioni di euro.

Vanno aumentate le risorse per gli acquisti in strumentazione per gli agenti di polizia locale da parte dei comuni. Al Governo occorre chiedere di ampliare le capacità di reclutamento di personale nei corpi di polizia locale da parte delle amministrazioni locali. Vanno potenziati i percorsi di prevenzione, coesione sociale e limitazione del disagio giovanile, utilizzando le risorse europee, e deve essere progettata e sostenuta la diffusione dei soggetti “street tutor” e altre forme innovative di educativa di strada, nonché la possibilità di ampliare il partenariato alle associazioni di riferimento delle diverse comunità etniche, considerata la maggiore criticità e l’influenza sulla crescita del disagio sociale derivante dalla mancata inclusione della popolazione giovanile di origine straniera.

 

La sicurezza va costruita giorno per giorno, concretamente, non agitata come una clava.

 

PD Regione Lombardia