Skip to main content

RiFORMA SANITA’: ASTUTI (PD), “PRONTI A PARLARE 80 ORE IN AULA PER PRESENTARE LA NOSTRA PROPOSTA ALTERNATIVA A QUELLA DI FONTANA E MORATTI”

Sarà una maratona di tre settimane quella che inizierà domani, mercoledì 10 novembre, in Consiglio regionale  sulla legge di revisione del sistema sanitario lombardo. Le opposizioni si apprestano a tenere l’aula per diversi giorni illustrando le loro proposte. Così farà il Pd, che ha previsto 80 ore di intervento distribuite tra i suoi 14 consiglieri, per spiegare la propria visione alternativa della sanità lombarda con 310 emendamenti, perlopiù sostitutivi degli articoli del progetto di legge di Moratti e Fontana, e 960 ordini del giorno di merito.
“Il sistema sanitario lombardo non ha retto la prova del Covid, nonostante l’abnegazione la grande professionalità di medici e infermieri – dichiara il consigliere regionale e capodelegazione del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti -. Una modifica era necessaria ed è stata richiesta dal Governo con prescrizioni precise che la giunta regionale ha accolto solo in parte. Noi chiediamo un deciso rafforzamento della sanità territoriale, ma temiamo che la giunta regionale voglia fare ritocchi di facciata, pur di prendere i soldi del PNRR, senza però aumentare davvero, riorganizzandoli, i servizi in favore dei cittadini.”
“In aula – continua Astuti – tenteremo di togliere il velo su dettagli problematici della riforma di Moratti e Fontana, che è una legge calata dall’alto, su cui il presidente si è giocato la fiducia, togliendo ai consiglieri la possibilità di votare a voto segreto. Il nervosismo nella maggioranza è evidente. Un elemento molto rischioso è che viene inserita l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata, un dettaglio rischiosissimo per la tenuta della sanità lombarda e contrario all’impostazione nazionale. In più, le ATS, che esistono solo in Lombardia, non solo non scompaiono, ma potranno essere incrementate fino a una per provincia, e tutto ciò solo perché la maggioranza ha fame di nomine e di posti di comando sui diversi territori. Infine, l’intera gestione del fondo sanitario regionale passa dalla collegialità della giunta al controllo dell’assessorato al welfare. La vicepresidente Moratti, in pratica, si arroga il diritto di decidere in autonomia sul 75% del bilancio regionale, ponendo il presidente e i colleghi di fronte al fatto compiuto.”
La riforma della sanità lombarda è resa necessaria dalla fine della sperimentazione della riforma voluta nel 2015 dall’allora presidente Maroni, per la quale il Governo ha richiesto una serie di correttivi, a partire dal rafforzamento della medicina territoriale che, durante i mesi più difficili della pandemia, ha fatto pesare in modo particolare la sua debolezza.

Milano, 9 novembre 2021

PD Regione Lombardia