Skip to main content

La salute è un diritto
PD: “IN LOMBARDIA SOTTOVALUTATA LA PREVENZIONE. E C’È UN RISCHIO DI LOMBARDIZZAZIONE DELLA SANITÀ IN ITALIA”

 ‘La prevenzione al centro’ è il titolo del panel coordinato da Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, dentro la prima conferenza regionale organizzata dal Gruppo del Pd e intitolata ‘La salute è un diritto’, che si sta tenendo in queste ore al Pirellone. L’incontro è partito da un punto fermo: “Da quando in Lombardia è stata fatta la riforma sanitaria del 2015 e si è arrivati all’istituzione delle Ats, si è automaticamente prodotto un allontanamento delle attività di prevenzione dai territori, con una riduzione molto importante del personale. Ad esempio, i dipendenti delle strutture di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, fondamentali per evitare tanti infortuni, erano 619 nel 2017, 309 nel 2020, per poi diventare 437 nel 2022. L’obiettivo per il 2024 sarebbe di raggiugere 742 unità, che a noi appare molto difficile per la scarsa disponibilità di personale in tutto il comparto della sanità. Ma questo è il risultato delle politiche sanitarie del centrodestra che ha continuato a disinvestire sulla prevenzione, mentre noi pensiamo a recuperare risorse e a riprogettare il modello organizzativo”, ha esordito Vallacchi.

 

Atteso l’intervento di Massimo Galli, docente di Malattie infettive all’Università di Milano, che, come spiega la consigliera Vallacchi, ha toccato il cuore del problema delle vaccinazioni: “Galli ci ha detto quello che ormai sappiamo: chi oggi governa la nazione strizza l’occhio ai no vax. Il risultato? Il professore ha sottolineato l’importanza delle campagne vaccinali, oggi sottovalutate, appunto, dall’esecutivo. Così, quest’anno il picco d’influenza è stato il più alto dall’inizio del secolo, toccando 18 persone su mille. Ma la spiegazione è chiara: i dati dell’antinfluenzale parlano di una copertura del 75%, quando l’obiettivo ottimale è del 95%. E se almeno 50 milioni di persone, cioè l’85% della popolazione totale, hanno fatto due vaccini, oltre 40 milioni, il 69%, ne hanno fatti tre, le successive campagne si sono fermate a meno di 7 milioni e a meno di 2”.

 

Marina Sereni, oggi responsabile di Sanità e salute del Pd nazionale, ha messo l’accento sulle politiche sanitarie degli ultimi governi: “Siamo reduci da una stagione lunga di definanziamento del servizio sanitario nazionale e anche noi ne siamo stati parte. Abbiamo sottovalutato come questo potesse portare a far scricchiolare quei pilastri di equità, eguaglianza, solidarietà da cui nasce il Ssn. Per questo nel nostro programma elettorale abbiamo scritto che non pensiamo di dover tornare mai più sotto il 7% del Pil di spesa sanitaria. E se anche lo raggiungessimo domani, assieme all’eliminazione del tetto per le spese del personale, non avremmo ancora risolto tutti i problemi. Sarebbero solo le precondizioni per farlo. Ma non servono nemmeno esclusivamente le risorse, perché in Lombardia non sono mancate, eppure i guasti ci sono. È necessaria una riforma vera e uno dei cambiamenti fondamentali è tornare a mettere al centro la prevenzione. La quale, però, non è la priorità del mercato, perché diminuisce gli affari. Inoltre, bisogna tener conto che tutte le politiche sono in ballo, quando si parla di prevenzione: la lotta al cambiamento climatico, l’inquinamento, l’istruzione, l’abitare, la povertà. In questo, anche l’organizzazione della sanità è fondamentale: la pandemia ci ha insegnato che non basta l’ospedale, ma servono i servizi sanitari sul territorio”.

 

Di lezione dal Covid ha parlato anche Gian Antonio Girelli, parlamentare, già consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione che aveva indagato su ciò che era successo in Lombardia durante la pandemia: “Parlare di sanità in questo momento storico del nostro Paese è di fondamentale importanza perché stiamo rischiando la ‘lombardizzazione’ della sanità in Italia. Lo dimostra l’approccio che il Governo e il partito di maggioranza hanno avuto alla Commissione parlamentare sul Covid analoga alla nostra: in Lombardia era stato deludente quel lavoro, perché non abbiamo potuto avere tutti i documenti, i verbali del comitato tecnico-scientifico, non tutte le audizioni richieste sono state fatte. Ma a Roma, a chiare lettere, si è mossa un’accusa al Ministro Speranza e al Governo di allora, e si è messo in discussione quanto fatto, fino a escludere il ruolo delle Regioni. E questo ci deve molto preoccupare, perché siamo in una fase di non consapevolezza”.

 

Milano, 23 febbraio 2024

 

PD Regione Lombardia