Angelo Orsenigo in merito al report sul fenomeno mafioso in provincia di Como, nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
ORSENIGO (PD): “COMO AL GRADO PIÙ ALTO DI RISCHIO MAFIOSO. RISORSE E ASSEGNAZIONE DEI BENI PER SCONFIGGERLO”
“La provincia di Como è tra le più toccate dal fenomeno mafioso al nord. Lo dicono i dati che parlano di 80 beni confiscati e riassegnati, tra cui 25 terreni agricoli, 18 appartamenti e 16 ricoveri per auto. Con un picco di 21 a Oltrona di San Mamete. Numeri che devono farci riflettere”, lo dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, analizzando il report sul fenomeno mafioso in provincia di Como, nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
“Per il centro di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, Como è al grado più alto di esposizione al rischio mafioso, al pari di Monza e Milano. E lo stesso Nando Dalla Chiesa, presidente onorario di Libera, ci ha messo sull’avviso: ora le cosche guardano a sanità e centri sportivi. Quindi la guardia deve restare sempre molto alta. Per quanto ci riguarda, come consiglio regionale abbiamo appena approvato, all’unanimità, la risoluzione che aggiorna i criteri per l’erogazione ai Comuni lombardi di contributi per il recupero dei beni confiscati alla criminalità”, aggiunge il consigliere Pd.
“In Lombardia la presenza delle mafie è molto forte, come dimostrano le inquietanti inchieste degli ultimi anni, ed è significativo il numero dei beni confiscati. Sono complessivamente 2.600, di questi la metà sono stati assegnati a 220 Comuni, gli altri sono in attesa di recupero. E non assegnarli è un fallimento dello Stato. Se quei beni resteranno abbandonati passerà il messaggio negativo ai cittadini che, mentre le organizzazioni malavitose tenevano vivo un luogo, lo Stato non sa farlo rinascere. Quindi, anche ridare una nuova prospettiva a quel patrimonio è un’azione di lotta alla mafia. In questo modo, le istituzioni possono aiutare i cittadini e le realtà associative, ma soprattutto ristabiliscono un controllo sul sommerso”, spiega Orsenigo.
“È il motivo per cui, nell’ambito dell’approvazione della risoluzione, abbiamo chiesto alla Regione di fare di più in termini di risorse, eliminando il limite di 150mila euro destinati a ogni progetto, una cifra irrisoria, spesso neppure sufficiente a far partire i lavori, e aumentando la soglia del cofinanziamento, soprattutto per i piccoli comuni che, già in grave difficoltà finanziaria, non sono nelle condizioni di trovare fondi propri aggiuntivi. Nel prossimo bilancio di assestamento bisognerà incrementare le risorse destinate ai beni confiscati che la Regione ha ridotto da 2 milioni e mezzo a 1 milione e 300mila euro l’anno, una cifra irrisoria. Se la Giunta si assumerà questo impegno vorrà dire che sta facendo sul serio. La lotta alla mafia deve essere una priorità per tutti e bipartisan”.
I beni confiscati e riassegnati, in provincia di Como, sono distribuiti nei seguenti Comuni:
- Mariano Comense: 5
- Erba: 6
- Lipomo: 1
- Tavernerio: 1
- Carugo: 2
- Cermenate: 2
- Campione d’Italia: 5
- Cabiate: 2
- Cantù: 7
- Caslino d’Erba: 2
- Lurago d’Erba: 2
- Fino Mornasco: 5
- Canzo: 1
- Appiano Gentile: 1
- Como: 2
- Gravedona: 2
- Fenegrò: 1
- Locate Varesino: 6
- Oltrona di San Mamete: 21
- Cadorago: 6
TOT: 80
Fonte: OpenRegio/Anbsc
Milano, 21 marzo 2025