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Oggi si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Dall’inizio del 2022 sono più di 100 le donne che sono state uccise, oltre la metà di loro per mano del partner o dell’ex partner, le altre per la maggior parte ammazzate da familiari o da persone vicine alla famiglia.
Denunciare non basta, molte di loro lo avevano fatto: abbiamo bisogno di un sistema di giustizia che tuteli le vittime, abbiamo bisogno di più reti e centri antiviolenza capillari, adeguatamente sostenuti e finanziati, abbiamo bisogno di progetti di educazione al rispetto delle differenze nelle scuole,
abbiamo bisogno di sostegni economici alle vittime e di supporto per l’indipendenza abitativa e economica.
👉Se hai bisogno di aiuto rivolgiti ai centri antiviolenza del tuo territorio o chiama il numero 1522 è attivo 24 ore su 24: offre assistenza in varie lingue e in maniera del tutto gratuita.

 

 

Leggi l”editoriale di NovitàSettegiorniPd di Fabio Pizzul

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Un tarlo che corrode 

C’è un tarlo che rode dall’interno la nostra convivenza civile e pare che non si trovi una soluzione per fermarlo. I suoi danni affiorano evidenti e parlano di 104 vittime in Italia e più di 6000 denunce in un anno nella sola Lombardia. La violenza sulle donne è un fenomeno strisciante e diffuso, di cui si parla poco, troppo poco. Il silenzio cala minaccioso sulle vicende di donne che non trovano il coraggio di denunciare o, peggio, si sentono colpevoli di fronte a un’aggressività maschile che le colpevolizza, trasformandole in bersagli di un’aggressività che nasce dall’incapacità di costruire relazioni. Una folle cultura del dominio maschile ha ancora radici profonde in una società in cui la solitudine, per le donne, diventa spesso condanna a subire la frustrazione di compagni che diventano aguzzini e sfogano la loro incapacità di riconoscere la diversità della donna che hanno accanto in una cieca violenza che suona come affermazione di un sé malato, che non sa più gestire un rapporto all’insegna del rispetto e cede alla follia della violenza.
È importante celebrare oggi, 25 novembre, la Giornata contro la violenza sulle donne. Non possiamo però fermarci al dolore per le 104 vittime del 2022 e neppure accontentarci di elencare quanto si sia già fatto in termini di leggi e di finanziamenti (sempre insufficienti) a chi contrasta la violenza e protegge le vittime. L’annuale celebrazione in Consiglio regionale rischia di fermarsi proprio a questo: un atto dovuto e un’occasione per raccontare quanto si stia già facendo, senza entrare davvero nel buco nero della violenza che ha ancora forti radici anche in Lombardia. Ben venga la foto di rito con la maglietta che chiede rispetto e il numero verde a disposizione delle vittime, ma è a quel tarlo che corrode le nostre relazioni sociali che dobbiamo dare la caccia. Un tarlo che si nutre di insofferenza nei confronti delle diversità, di incapacità di riconoscere e rispettare la fragilità, di illusione che tutto possa e debba ruotare intorno a una volontà di potenza che trova alimento nella dominazione dell’altro, fino alla distruzione dell’altra.
È sulla capacità di porre fine a queste devianze che si misura la civiltà di una regione e si può costruire il nostro futuro.

25 novembre 2022

PD Regione Lombardia