Interpellanza di Roberta Vallacchi e Davide Casati per rivedere il limite di età dei destinatari degli Sfa, Servizio di formazione all’autonomia
VALLACCHI E CASATI (PD): “REGIONE AUMENTI IL LIMITE D’ETÀ SULLA FORMAZIONE ALL’AUTONOMIA. NON PRECLUDIAMO PROGETTI DI VITA”
Il Servizio di formazione all’autonomia, noto come Sfa, è un servizio sociale territoriale rivolto a persone con disabilità di età compresa fra i 16 e i 35 anni che non necessitano di servizi ad alta protezione, ma di interventi a supporto e sviluppo di abilità utili a creare consapevolezza, autodeterminazione, autostima e maggiori autonomie spendibili per il proprio futuro nell’ambito del contesto familiare, sociale e professionale. Il loro principale obiettivo è l’inclusione socio-lavorativa. Tuttavia, non sempre a fronte delle attività proposte, dell’impegno della persona e del coinvolgimento del territorio, l’inserimento sociale e nel mondo del lavoro si realizza entro i 35 anni di età, limite massimo consentito per la frequenza del servizio.
“Per questo abbiamo sottoscritto un’interpellanza dove chiediamo all’assessore se intenda rivedere il limite di età dei destinatari degli Sfa, considerato che non sempre l’inclusione socio-lavorativa e, di conseguenza, il progetto di vita indipendente si realizzano entro i 35 anni. Si risolverebbe, così, anche il problema del rischio di un probabile ‘declassamento’ verso risposte assistenziali meno appropriate per l’impossibilità di garantire la piena realizzazione entro i tempi previsti dalla normativa. Non vorremmo poi che si inficiassero le aspettative dei fruitori degli Sfa e delle loro famiglie, le energie, umane e economiche, messe in campo dall’intero sistema, quindi enti gestori, amministrazioni pubbliche, Ats, Asst”, dicono Roberta Vallacchi e Davide Casati, consiglieri regionali del Pd, che hanno depositato l’interpellanza.
“Vogliamo ricordare che gli Sfa sono in grado di attivare relazioni con il territorio e le realtà che lo abitano come supermercati, scuole, biblioteche, bar e ristoranti, cooperative sociali, amministrazioni comunali, esercizi commerciali, centri sportivi, sale cinematografiche. E garantiscono tirocini appropriati alle caratteristiche dei fruitori del servizio, che vivono una crescita costante verso impegni più complessi, come quello lavorativo, appunto”, insistono i dem.
“Se la persona non raggiunge il risultato entro quel limite di età, secondo noi limitativo, viene riorientata verso servizi, diurni e residenziali, a
maggiore protezione ma inappropriati, in quanto destinati a coloro che hanno compromissioni importanti, con un’offerta di stimoli minori e costi più elevati. Il rischio è proprio di negare il percorso verso un progetto di vita che riteniamo non possa essere troncato da motivi anagrafici”, concludono Vallacchi e Casati.
Milano, 21 novembre 2024