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L’atteggiamento della Giunta Fontana – Moratti nei confronti della commissione d’inchiesta sul Covid-19, o per meglio dire sulle responsabilità nella malagestione della pandemia, è racchiuso in una istantanea: l’aula consiliare è piena nei banchi delle opposizioni, più rada in quelli di maggioranza, ostentatamente e vergognosamente vuota nei banchi della giunta. Non c’è il presidente Fontana, né la sua vice e delegata alla sanità Letizia Moratti. Non c’è l’assessore Foroni, titolare della protezione civile, quello che disse in una delle quotidiane dirette Facebook dei mesi più duri della pandemia che non ne avevano sbagliata una. Non c’è l’assessore al bilancio, responsabile di Aria, la società che sbagliò gli acquisti dei vaccini antinfluenzali e poi la piattaforma per le prenotazioni dei primi vaccini anti Covid. Non c’è l’assessore Cattaneo, che fece da tramite per i camici dell’azienda di famiglia del presidente e che mostrò orgoglioso le mascherine lombarde, presunta soluzione alle mancanze del governo, quelle a pannolino, rifiutate dai medici e finite in magazzino. Non c’è nemmeno l’allora assessore Gallera, unico assessore alla sanità d’Italia sostituito nel corso della pandemia, oggi presidente della commissione bilancio, e non c’è il presidente della commissione sanità, il leghista Emanuele Monti.
È iniziato così, martedì mattina, l’ultimo capitolo di una commissione i cui esiti per la maggioranza erano già scritti: non abbiamo sbagliato nulla, rifaremmo tutto allo stesso modo. Perché discuterne, allora? La commissione non la si poteva evitare. Rallentare e ostacolare, quello sì, ma non impedire. Un ultimo schiaffo, forse inatteso nella sua portata anche da chi lo stava assestando. Dura la protesta delle forze di opposizione e la trattazione delle relazioni finali inizia solo con la garanzia che in Aula verrà Fontana con altri assessori.
Poi la discussione inizia, ed è contrapposizione. Lo spiega bene Jacopo Scandella, consigliere della val Seriana, componente della commissione: “L’atteggiamento del centrodestra non è mai cambiato. Hanno fatto tutto giusto e rifarebbero tutto uguale. È incredibile. Questa chiusura e questa arroganza, insieme alla mancanza di migliaia di documenti che colpevolmente non sono stati forniti, non hanno permesso alla commissione d’inchiesta di rispondere fino in fondo alla domanda di verità e giustizia che veniva dalle persone. Sono però emersi tutti gli elementi critici del sistema sanitario, che la nostra relazione mette nero su bianco e che la politica regionale può e deve affrontare. In commissione sono stati approfonditi alcuni errori macroscopici, come la scelta di fare pochi tamponi, la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano, le scorte mancanti di mascherine, l’atteggiamento verso le RSA e molti altri, e poi le disfunzioni principali del sistema sanitario, su tutti la carenza di medici di base e presidi sanitari territoriali. Errori molto gravi, ma che non saranno Fontana, Moratti o questa maggioranza a correggere. Da loro non c’è alcuna volontà di cambiare ma solo di auto-assolversi da ogni responsabilità.”
La chiusura è affidata al presidente della commissione, il nostro Gianni Girelli, che ha voluto a tutti i costi arrivare in fondo, portare la commissione ad un risultato, seppure tra mille difficoltà: la storia non è finita qui, agli errori individuati bisogna rispondere con delle modifiche dello status quo, e non basterà il PNNR, occorre una ferma volontà di chi c’è oggi o ci sarà domani, perché un’altra situazione del genere non abbia a ripetersi.

👉 Leggi la relazione finale approvata dai consiglieri di maggioranza

👉 Leggi la relazione conclusiva scritta dal Pd e dalle altre componenti di minoranza

Gli interventi, in aula consiliare, di

📽️Jacopo Scandella, componente commissione d’inchiesta

📽️ Carmela Rozza, componente commissione d’inchiesta

📽️ Gian Antonio Girelli, presidente commissione d’inchiesta

📽️ Fabio Pizzul, capogruppo PD

RedazioneN7ggPd

PD Regione Lombardia