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L’aria in Lombardia non è certo buona, a quanto dicono i dati e le sanzioni europee che interessano direttamente la nostra regione per il superamento dei valori limite del PM10 e del biossido di azoto.

Stando a quanto rilevato dall’ultimo monitoraggio della qualità dell’aria in Lombardia, nel 2018, i valori limite del PM10 sono stati superati per più di 35 giorni nella maggior parte dei capoluoghi lombardi, con l’eccezione di Sondrio, Lecco, Mantova e Varese; per quanto riguarda invece il PM2.5, il limite annuale di 25 µg/m3 è stato superato solo nel capoluogo di Cremona, dove si è registrata una concentrazione media annua maggiore del valore limite, mentre il valore limite del biossido di azoto (NO2) è stato superato a Como, Milano, Monza, Bergamo e Brescia. (i dati sono contenuti nella DGR XI/1972 del 22/07/2019, li trovate qui, mentre qui trovate il nostro report)

Anche il rapporto Mal’Aria 2019, il dossier annuale sull’inquinamento atmosferico presentato da Legambiente a gennaio, ha messo in luce una situazione molto critica per la regione: nel 2018 in 55 capoluoghi d’Italia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per il Pm10 o per l’ozono e nelle prime 10 città 6 capoluoghi sono lombardi: Brescia è al primo posto, seguita da Lodi, con 149 giornate e, solo dopo, da Milano, al sesto posto con 135 giornate.

Insomma, un quadro preoccupante che sottolinea ancora una volta la debolezza delle misure fino a ora adottate da questa Giunta.

 

Regione Lombardia non spende le risorse che ha a disposizione e, per il 2019, toglie 5 milioni dal fondo per la lotta allo smog 

Con due emendamenti, approvati la scorsa settimana durante l’assestamento di bilancio (il 280 e il 274), Regione Lombardia ha addirittura spostato circa 5 milioni di euro dai programmi per la qualità dell’aria ad altri fondi, senza contare che dalla tabella relativa al rendiconto degli stanziamenti messi in conto capitale per il 2018, risulta che su 3,4 milioni, la Regione Lombardia ne ha ha impegnati solo 750mila, ed effettivamente spesi solo 469mila.

“Un vero paradosso – attacca Fabio Pizzul – La qualità dell’aria, insieme al contrasto delle emissioni che alterano il clima, dovrebbe essere un’assoluta priorità della politica, ne va della salute dei cittadini, in modo sempre più evidente. Purtroppo la Lombardia, a guida prima di Forza Italia e ora della Lega, ha sempre sottovalutato il problema, come dimostrano i tagli e l’incapacità di spendere le risorse già messe a bilancio e il consuntivo 2018″.

“Come Gruppo regionale del Pd – fa sapere Pizzul – abbiamo formulato proposte immediatamente attuabili, che prevedevano maggiori risorse per la rottamazione dei veicoli più inquinanti, per l’acquisto di veicoli elettrici, per i piani di forestazione urbana, perché gli alberi sono i migliori alleati per la qualità dell’aria, ma le risposte della maggioranza sono state negative”.

L’unica soddisfazione è stata l’approvazione di un ordine del giorno che chiedeva la pubblicazione di un bando per i contributi per l’acquisto di auto a basse emissioni che sarà pubblicato a breve. La delibera, infatti, è stata approvata mercoledì scorso e prevede un intervento finalizzato alla sostituzione di veicoli inquinanti con veicoli a basse emissioni, con lo scopo di incentivare la rottamazione di un veicolo benzina fino a euro2 incluso o diesel fino a euro5 incluso, con conseguente acquisto di un veicolo a basse emissioni.

 

La scatola nera non sia una scusa per allargare i divieti

E a proposito di emissioni, l’assessore Raffaele Cattaneo, qualche giorno fa, ha presentato un progetto sperimentale, il MoVe-In (monitoraggio dei veicoli inquinanti),  una sorta di scatola nera da installare sui veicoli per misurare i chilometri percorsi e lo stile di guida e consentire quindi ai cittadini che fanno un uso limitato dei veicoli piu’ inquinanti di ottenere una deroga alle limitazioni previste nell’Accordo di Bacino Padano.

Ma anche questa mossa non ha convinto molto il Pd. “La scatola nera deve essere uno strumento utile a contenere le emissioni inquinanti, non una scusa per allargare le maglie dei divieti – ha commentato Antonella Forattini, capogruppo in commissione Ambiente – Noi siamo favorevoli a questo strumento che, anzi, abbiamo proposto per primi in Regione, ma mettere una soglia di 9mila chilometri percorribili anche da chi ha auto vecchie e inquinanti travisa lo spirito con cui deve essere utilizzato. Alcune deroghe sono opportune, ma per cittadini che percorrono pochi chilometri, un massimo di 5mila l’anno. Peraltro, perché questi strumenti siano efficaci, occorre che la Regione metta le risorse per i sistemi di rilevamento, soprattutto nelle diverse province, fuori Milano, o quei limiti diventano aleatori. Fondamentali sono anche le risorse da destinare agli incentivi per la sostituzione dei veicoli inquinanti, meglio se con l’elettrico, ma comunque con motori a basse emissioni”.

RedazioneNovitàSettegiorniPD

 

 

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