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PRENOTAZIONI BLOCCATE, NELL’ULTIMO TRIMESTRE DELL’ANNO SI ACCETTANO SOLO LE URGENZE

CASATI E TURA (PD): “IN QUESTO SISTEMA I BISOGNI DEI CITTADINI NON SONO AL PRIMO POSTO.

SERVONO PIU’ RISORSE, INACCETTABILE DOVER PAGARE PER UN DIRITTO COSTITUZIONALE”

 

 

C’è il caso della ASST Bergamo Ovest segnalato durante l’ultimo consiglio comunale di Treviglio ma non è certo il solo. Sono anni che si va avanti così: negli ultimi mesi dell’anno, è prassi consolidata che le aziende ospedaliere accettino solo le prescrizioni di visite e servizi con il codice U (urgentissime) e B (entro 10 giorni). Per le altre prestazioni, le prenotazioni sono di fatto bloccate e rimandate all’anno nuovo.

 

“Questo avviene perché il sistema regionale prevede, per le ASST, budget annuali ovvero un tetto di rimborsi erogati dalla Regione alle aziende ospedaliere a fronte delle prestazioni effettuate – spiega il consigliere Davide Casati, componente della Commissione sanità – ; quasi tutte le ASST dopo l’estate hanno praticamente esaurito questa disponibilità, e le prestazioni che vengono erogate extra budget (nell’anno in corso) vengono rimborsate con una remunerazione inferiore, e quindi ‘sconveniente’ dal punto di vista finanziario per l’azienda ospedaliera”.

 

Risultato: il cittadino che deve programmare visite o esami non urgentissimi o urgenti viene rimbalzato all’anno successivo, e questo avviene in alcuni casi già dal mese di settembre.

 

“Il problema – aggiunge la capogruppo PD Matilde Tura in Consiglio comunale a Treviglio e delegata alla sanità del PD bergamasco – è che il sistema è basato su logiche e parametri economici, dove la voce ‘bisogni dei cittadini’ non è al primo posto. Così facendo tanti cittadini piuttosto che aspettare l’anno successivo per poter prenotare, senza certezza dei tempi, ricorrono alle visite a pagamento”.

 

“A fronte di una crescente richiesta in ambito sanitario, è evidente che la coperta appare sempre troppo corta; è necessario aumentare i finanziamenti statali e regionali a favore della sanità pubblica – concludono Casati e Tura – per evitare che i lombardi debbano pagare per un diritto, quello alla salute, garantito dalla Costituzione”.

Bergamo, 27 settembre2023

PD Regione Lombardia