Emilio Del Bono dopo il brevissimo intervento del presidente in apertura di seduta, ha sottolineato l’importanza della Festa della Liberazione
DEL BONO (PD): “LA TERZA CAMERA DEL PAESE DOVEVA COMMEMORARE LA DATA UFFICIALMENTE. ANCHE L’ANPI L’AVEVA CHIESTO”
“L’Anpi ci aveva chiesto di concordare un momento di commemorazione da ospitare in Aula, ma la presidenza non gli ha mai dato una risposta. Non si può frettolosamente liquidare il 25 aprile, in un’Aula così significativa, con due parole del presidente Romani”, lo ha detto stamattina, in consiglio regionale, Emilio Del Bono, consigliere regionale del Pd e vicepresidente di quell’Aula di cui ha voluto spiegare l’importanza rispetto alla Festa della Liberazione, attraverso un excursus storico e dopo un brevissimo intervento del presidente in apertura di seduta di consiglio.
“La celebrazione del 25 aprile è una data fondamentale perché fondativa e l’origine la troviamo in una legge nazionale che ha avuto tra l’altro una particolare gestazione. Viene decisa nel 1946 dal Governo di unità nazionale presieduto da Alcide De Gasperi. Quel Governo chiede che il re – eravamo ancora in monarchia – adotti un decreto luogotenenziale che afferma che l’Italia ha una data fondativa che viene individuata nel 25 aprile, appunto. E questa decisione ha una chiara motivazione: ricordare la fine dell’occupazione delle truppe tedesche e della dittatura fascista. E non è un caso che lo stesso De Gasperi, nel 1949, quando nel frattempo era stata decisa la fine della monarchia e c’erano state le elezioni del 1948, decide di portare quel provvedimento in Parlamento perché vuole che quella legge, quella data vengano ufficialmente sancite da un voto che sarà unanime”, ha ripercorso Del Bono.
“Ricordare come sono andate le cose è interessante perché toglie di mezzo molte discussioni speciose e strumentali che sono state fatte in questi ultimi giorni. E De Gasperi la spiega bene nel Congresso mondiale della pace di Parigi del 1949 dove dice che avevamo diritto a stare in quella sede perché ci eravamo opposti al fascismo, con le deportazioni politiche, con i 500mila soldati che non avevano aderito alla Repubblica di Salò. Noi non facemmo la fine della Germania, divisa in blocchi di potere, né del Giappone la cui Costituzione è stata scritta dagli Stati Uniti. Per questo il 25 aprile è una data fondamentale e c’entra con questo luogo perché portò alla Costituente che produsse la Costituzione da cui nacquero le regioni, perché la nostra grande cultura non era centralista, ma dava forza alle autonomie locali e, in seguito, alle regioni”, ha continuato il vicepresidente.
“Non è un caso, perciò, se ci definiamo terza Camera del Paese e per questo avremmo dovuto dedicare un momento solenne al 25 aprile, una data che non possiamo rimuovere da una sede importante come questa, anzi, dobbiamo dedicarle solennità e autorevolezza. Perché è questo percorso verso la democrazia che ci ha restituito la schiena dritta davanti al mondo”, ha concluso Del Bono.
Milano, 6 maggio 2025