VALLACCHI (PD): “I PIÙ PICCOLI FINALMENTE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE. MA SERVONO LE BUONE PRATICHE DEI NOSTRI TERRITORI”
‘Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi. Rimettere i minori al centro’: il titolo del panel sui più giovani, tenutosi questo pomeriggio, alla Fondazione Feltrinelli, a Milano, nell’ambito della seconda conferenza regionale del Pd ‘La salute è un diritto’, ha dimostrato, con gli interventi dei suoi relatori, che oggi l’infanzia ha un peso ben maggiore nelle politiche sanitarie. Con molte buone pratiche sui territori che potrebbero assurgere a modello per l’intera sanità lombarda. Ne è convinta Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che ha organizzato e coordinato il panel.
“La società spesso non sa accogliere questi ragazzi e ragazze, su cui vengono caricate numerose attese e una forte spinta verso la competizione. E i ragazzi sono protesi sempre più verso un estremo individualismo, con la tecnologia che può avere un risvolto negativo, da cui scaturisce una situazione di profonda solitudine. Vengono meno le relazioni di qualità, quelle che nei momenti di fragilità offrono una rete. La crisi si concretizza quando arrivano nel mondo del lavoro, a causa di situazioni precarie e sottopagate”, ha ricordato in apertura di incontro Vallacchi.
“La pandemia e il suo isolamento ha portato i più giovani a sviluppare una forte difficoltà a riprendere le relazioni. Per questo il nostro compito, il compito della politica ora deve essere quello di capire cosa mettere a disposizione di ragazze e ragazzi, soprattutto nelle situazioni critiche. Proposte che saranno portate nelle sedi competenti, cercando di mettere a fuoco quali sono i punti di miglioramento e quello che si potrebbe fare”, ha aggiunto la dem.
“Una di queste buone pratiche viene dal Comune di Cremona: come ci ha raccontato l’assessora alle Politiche sociali e fragilità, già nei primi anni Duemila, avevano registrato un afflusso anomalo di minori stranieri non accompagnati. Per dare un’idea delle proporzioni, oggi sono 300 i ragazzi, di etnia kosovara, albanese ed egiziana, tra i 16 e i 17 anni, a fronte di una popolazione di 71mila abitanti. Non più bambini e non ancora adulti dai quali le famiglie di origine si aspettano che lavorino, che mandino i soldi a casa. Invece, rischiano gravemente di perdersi. Ma non è nemmeno possibile ricorrere all’affido classico perché i ragazzi non sono senza famiglia. Oltre tutto, proprio sull’affido familiare avevamo appena ascoltato che da una parte aumentano le famiglie fragili con minori, per le quali sarebbe un supporto fondamentale, dall’altra si registra un momento di crisi di questa istituzione per la mancanza di una rete ampia e libera da vincoli burocratici. Ebbene, Cremona ha trovato una soluzione, un affido potenziato, dove a fare da riferimento è un giovane adulto che ha fatto il loro stesso percorso protetto, che li segue assieme al terzo settore, a una cooperativa e a un centro diurno. I ragazzi studiano, si formano, fanno sport, vivono la loro età e in questo modo crescono protetti e con percorsi corretti. Come Pd abbiamo accolto la richiesta di Cremona di portare questa esperienza in Regione per proporla come modello e unità di offerta riconosciuta”, aggiunge Vallacchi.
“Interessanti e preoccupanti anche i dati su tre aspetti critici dell’età dello sviluppo emersi dal panel: per quanto riguarda le dipendenze, ci sono minori che si perdono e la cosa più importante è andarli a cercare, nei loro luoghi, e da lì iniziare a parlare con loro. Su un altro fronte, il 20% dei giovani ha subito o agito bullismo e cyberbullismo e spesso entrambi. Infine, i gravi e sottostimati numeri dei disturbi alimentari: in Italia, nel 2022, era di 3,3 milioni la stima dei casi, pari al 3,3% della popolazione, 4mila i morti l’anno, ed è la prima causa di morte tra giovani e giovanissimi. In Lombardia, tra 2019 e 2023, sono state 14.905 le persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, giovanissime, con una prevalenza nell’area dell’Ats Milano, Ats Montagna e Ats Brianza”, riporta la consigliera Pd.
“Ci ha confortato l’intervento finale del professor Gustavo Pietropolli Charmet che si è occupato tutta la vita di infanzia: ci ha chiesto e si è chiesto se, in questi anni, è stato promosso un cambiamento rispetto al vecchio sistema ed è stato finalmente possibile dare ai bambini la parola, coprogettare, collaudare con loro, sentire la loro opinione, verificare, qualsiasi sia la loro età. La risposta è stata positiva: secondo l’esperto dell’età dello sviluppo e dell’adolescenza stiamo andando in questa direzione, si sta formando un movimento multidisciplinare dove molti operatori confluiscono in un focus dove si sta discutendo in tanti, con tante competenze, del bambino, che è al centro dell’attenzione, della cura e della tutela. E questo ci ha fatto ben sperare”, conclude Vallacchi.
Qui la cartella stampa digitale della due giorni:
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Milano, 14 marzo 2025