Paolo Romano, Paola Bocci e Simone Negri oggi hanno partecipato al presidio dei lavoratori della Siae Microelettronica che si è tenuto ai piedi del Pirellone e all’audizione in commissione Lavoro con sindacati, proprietà, comune di Cologno monzese e Città metropolitana di Milano
Siae Microelettronica, Romano, Bocci e Negri (Pd) oggi al presidio dei lavoratori: “Ora necessario fare chiarezza sul destino dell’azienda”
I consiglieri regionali del Pd Paolo Romano, Paola Bocci e Simone Negri oggi hanno partecipato al presidio dei lavoratori della Siae Microelettronica che si è tenuto ai piedi del Pirellone e all’audizione in commissione Lavoro con sindacati, proprietà, comune di Cologno monzese e Città metropolitana di Milano. L’azienda leader del settore, opera sia nella ricerca che nella produzione e conta, con le sue controllate Sm Optics e Sm Tecno, 900 addetti.
“Abbiamo portato la nostra solidarietà ai lavoratori – afferma Romano – che sono senza stipendio da un mese e temono per il loro futuro. E abbiamo espresso la richiesta di rinnovo degli ammortizzatori sociali che scadono a fine aprile, di pagamento degli stipendi arretrati e del saldo del debito di 36 milioni di euro con il fisco per i mancati versamenti dell’Irpef”.
“Siamo preoccupati – prosegue Bocci – per il destino delle attività produttive a Cologno Monzese. Nel corso dell’audizione non è emerso con chiarezza quale sia il ruolo del partner cinese che, benché non più coinvolto in possibili investimenti diretti nell’azienda, potrebbe però farsi carico di gran parte dell’attività produttiva, determinando quindi una delocalizzazione e la perdita di posti di lavoro. Ribadiamo la necessità che anche la produzione rimanga a Cologno monzese”.
“L’azienda da più di un anno vive una crisi strategica su cui ad oggi è ancora stata fatta chiarezza – sottolinea Negri -. C’è una disponibilità da parte di Finlombarda a erogare un prestito di sei milioni di euro, c’è l’interesse per l’azienda di un investitore francese e c’è la possibile partecipazione di Invitalia. Ma di questi accordi nessuno è stato chiuso e nessun impegno è stato sottoscritto. Per questo chiediamo all’azienda di chiarire lo stato delle cose e fornire alle istituzioni tutti gli elementi utili ad affrontare la crisi, dando una prospettiva all’azienda e ai lavoratori e scongiurando ripercussioni più gravi”.
Milano, 6 marzo 2025