Liste d’attesa-Pizzul (Pd) a Fontana: “Si ammette solo ora un’emergenza che dura da anni. Necessaria una forte regia pubblica”
Si ammette solo ora un’emergenza che dura da anni. Il capogruppo del Pd in consiglio regionale Fabio Pizzul ribatte così al presidente Attilio Fontana, che oggi ha presentato i dati sulle liste d’attesa e gli interventi previsti per ridurle.
“Fontana e Bertolaso- attacca Pizzul- hanno finalmente ammesso lo stato dell’emergenza delle liste d’attesa in Lombardia. Emergenza che con tutto il Pd denunciamo da anni, avanzando numerose e inascoltate proposte per affrontarla. Fontana e Bertolaso oggi hanno preso atto di una condizione ormai cronica, che è peggiorata con la pandemia e non accenna a migliorare. E hanno implicitamente ammesso che tutti i provvedimenti sbandierati finora per rimediarvi sono serviti davvero a poco”.
“Le liste d’attesa- continua Pizzul- in realtà sono il frutto di una politica della sanità che da anni ignora i bisogni dei cittadini. La logica seguita è stata sempre quella di moltiplicare le prestazioni offerte senza mai però andare a verificare quali fossero realmente necessarie e imprescindibili per i cittadini. Si è guardato ai numeri e non alla sostanza. Il risultato è, come ha ammesso oggi Fontana, che prenotare con il servizio pubblico in tempi ragionevoli alcune visite, per esempio l’oculistica, la dermatologica, la neurologica, è quasi impossibile”.
“La Regione- sottolinea Pizzul- non ha mai fatto nulla fino ad oggi per fare sí che tutte le strutture sanitarie mettessero a disposizione del centro unico di prenotazione la propria agenda, condizione indispensabile ad affrontare il problema liste d’attesa. Così come non ha mai svolto appieno il proprio ruolo di regia del sistema sanitario, ha lasciato che i privati scegliessero le prestazioni più remunerative. Ma questo non è sostenibile e genera ritardi e lunghe attese. Per abbattere le liste d’attesa la Regione deve indicare le prestazioni che i privati devono garantire per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. Non si tratta di tagliare loro i fondi, ma di esercitare un forte e deciso ruolo di organizzazione e controllo”.
Milano, 30 novembre 2022