CRONICI, PILONI (PD): LA RIFORMA VA CAMBIATA, MENO DEL 2% I MALATI PRESI IN CARICO, NON L’8% DICHIARATO DALL’ASSESSORE GALLERA
La nuova gestione dei malati cronici della Regione Lombardia non sta funzionando. Il modello, fortemente voluto dall’assessore Giulio Gallera, prevede che i medici di base o gli ospedali diventino gestori o co-gestori dei pazienti con uno o più malattie croniche, effettuando la cosiddetta presa in carico. In virtù di questa riforma a tre milioni di pazienti cronici lombardi (255mila nelle province di Cremona e Mantova, riunite nell’ATS Val Padana) sono già state inviate lettere da parte della Regione per sollecitare il passaggio al nuovo sistema, che si conclude con la predisposizione di un piano di assistenza individualizzata (PAI) da parte della struttura. La risposta dei cittadini è stata davvero minima, visto che solo 60mila lombardi hanno finora sottoscritto un PAI. Sono 11.575 in provincia di Cremona e Mantova, ma il dato è gonfiato, perché comprende anche i piani sottoscritti con la modalità precedente, la sperimentazione dei CREG. I numeri sono stati raccolti dal Pd in tutte le ATS lombarde, mentre ieri l’assessore Gallera ha diffuso l’elaborazione fatta dall’assessorato.
“Tre milioni di lettere inviate e meno di sessantamila pazienti cronici che hanno, ad oggi, un piano personalizzato di cura con il nuovo sistema, meno del 2% dei lombardi con una o più patologie croniche. I numeri sono impietosi e certificano che la riforma voluta da Gallera non sta funzionando. Anche a Cremona e Mantova siamo al 4,5%, tenendo però conto anche dei piani siglati con il vecchio sistema. Il picco negativo riguarda gli ospedali, pubblici e privati, a riprova del fatto che la presa in carico ha senso se mette al centro il rapporto tra il medico di base e il paziente, non un anonimo Call center.”
“La maggior parte dei medici – continua Piloni – ha criticato e continua a criticare questa non-riforma che sta creando solo disagi a migliaia di malati. Molti di loro, aderendo alla proposta, sono ancora in attesa di una telefonata dalla struttura che hanno scelto per la presa in carico. Ci sono anche malati che la lettera non l’hanno ancora ricevuta. E tra le strutture e la Regione e5uno scarica barile a vicenda. Ma che presa in carico è? È solo una presa in giro.”
Milano, 6 Giugno 2018