Mai come quest’anno l’occupazione è e deve essere donna
Lo sa bene Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, che sul tema, acuito dalla crisi Covid, ha presentato una proposta di legge e ne parla in occasione dell’8 marzo.
Che significato ha oggi questa giornata?
Con la Giornata internazionale della Donna ricordiamo i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo. In particolare, quest’anno l’8 marzo celebra il ruolo cruciale delle donne nella crisi Covid, durante la quale sono state e sono in prima linea nella lotta alla pandemia, anche perché la loro presenza è predominante nel settore sociosanitario e nella ricerca. Inoltre, non sono poche quelle colpite duramente dall’emergenza sanitaria perché impiegate in lavori poco sicuri o precari e che sono scomparsi o mutati. Non solo: i lockdown hanno comportato un aumento dei casi di violenze domestiche.
Possiamo dire di aver raggiunto la parità?
Ci sono stati notevoli progressi in materia di parità di genere, ma in Italia rimangono ancora molte discriminazioni e divari, su cui vale la pena richiamare l’attenzione. Le discriminazioni più evidenti e radicate riguardano l’occupazione: le difficoltà ad accedere al lavoro, a mantenerlo, la disparità retributiva, il fatto che più raramente le donne raggiungano i vertici. Le donne sono occupate in una percentuale decisamente più bassa rispetto agli uomini, hanno più spesso contratti part time, vengono pagate mediamente un quarto in meno, eppure sono meglio preparate, si laureano prima.
Come spingere la presenza femminile nel mercato del lavoro?
Impegnandosi a tutti i livelli in un Piano per l’occupazione e sostegno all’imprenditoria femminile, con grandi investimenti in infrastrutture sociali (dagli asili nidi alle case di cura) per permettere a tutti di investire liberamente sul proprio lavoro. Così come dobbiamo puntare sulla formazione per conquistare nuovi ambiti di occupazione: penso alla rivoluzione digitale. In questo senso non possiamo farci sfuggire le risorse che Next Generation UE, il Recovery plan, ci mette a disposizione. Anche le Regioni possono attivare strumenti per ridurre i divari. Per questo ho depositato un progetto di legge che interviene in più direzioni: con il sostegno all’orientamento per le ragazze, con la richiesta di trasparenza alle imprese, con il supporto alla creazione di reti e di tavoli di confronto sul tema.
Cosa si può fare per contrastare efficacemente la violenza sulle donne?
Bisogna partire dall’inizio, proponendo percorsi di educazione al rispetto ai più piccoli, per imparare che nessuno è proprietà di un altro. E poi attrezzandoci per combatterla: l’indipendenza economica delle donne è fondamentale perché “posso scegliere di andarmene”. Anche per questo la partita sull’occupazione femminile va combattuta in prima linea.
RedazioneN7ggPD