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Paola Bocci ricorda l’anniversario dell’approvazione della legge 405 del 29 luglio 1975 che istitutiva i consultori familiari

BOCCI (PD): “A CINQUANT’ANNI DALL’ISTITUZIONE, IN LOMBARDIA C’È ANCORA MOLTO DA FARE”

“Oggi, a cinquant’anni dall’istituzione dei consultori familiari pubblici, servizi sociosanitari territoriali di prossimità fondamentali per la salute della donna e della comunità, è necessario riflettere sul presente e sul futuro di questi servizi nella nostra regione per i quali non si fa abbastanza”, lo dice Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, ricordando l’anniversario dell’approvazione della legge 405, appunto del 29 luglio 1975, che istitutiva i consultori familiari, di cui in Lombardia tiene costantemente un monitoraggio.

“Negli anni Settanta anche Milano fu protagonista del grande movimento femminista che si batté per la nascita di questi presìdi. Oggi, in Lombardia, la situazione è questa: sono progressivamente diminuiti i consultori pubblici con un rapporto servizio/abitante lontano da quel uno su 20mila indicato dalla legge istitutiva, con province decisamente sotto servite con un consultorio ogni 100mila abitanti. Ma l’aspetto meno rassicurante è che questi servizi straordinari non hanno avuto dalla Giunta regionale la giusta valorizzazione, all’altezza del ruolo centrale che hanno sul territorio”, fa presente Bocci.

“Con un ordine del giorno e diversi emendamenti finanziari nella sessione di assestamento di bilancio, avevo chiesto il loro potenziamento attraverso una serie di azioni mirate a implementare le attività della rete consultoriale pubblica, come l’assistenza domiciliare post-parto, la formazione sull’educazione sessuale nelle scuole, la gratuità della contraccezione per giovani e donne in condizione di fragilità per prevenire malattie sessualmente trasmissibili e anche gravidanze indesiderate. Ho chiesto inoltre di autorizzare, come altre regioni hanno già fatto, almeno un consultorio per provincia a erogare l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, anche a domicilio, potenziando il servizio con formazione e telemedicina. Azioni in realtà già previste dagli indirizzi delle leggi quadro nazionali, ma che non trovano piena attuazione nella nostra regione, dove i consultori pubblici soffrono di una carenza cronica, non solo di personale, ma di attenzioni e finanziamenti dedicati, affinché possano svolgere in pieno la loro attività multidisciplinare. Mentre sono state respinte tutte queste richieste, durante la sessione di bilancio abbiamo visto approvare un ordine del giorno irricevibile, che chiede protocolli di intesa perché i centri di aiuto alla vita possano operare nei consultori”, ricorda la dem.

“Se anche una piccola apertura c’è stata, nella disponibilità ad accogliere l’invito per una campagna informativa sull’esistenza delle attività della rete consultoriale presso medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le case e gli ospedali di comunità, questo non è sufficiente a dare reputazione e giusto riconoscimento a questi servizi che sono indispensabili, soprattutto per le donne e laddove la comunità ha più bisogno di risposte di prossimità”, conclude la consigliera Pd.

Milano, 29 luglio 2025

 

 

PD Regione Lombardia