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Zona arancione a Brescia, Girelli: “Decisione attesa ma si coinvolgano i sindaci. Ora test a tappeto e potenziamento vaccinazioni nelle zone più colpite”

La decisione di istituire per la provincia di Brescia una zona arancione “rafforzata” non giunge inaspettata perché i dati da giorni registrati non potevano che portare a questa conclusione. Una presa d’atto che smentisce sia la Regione stessa, che fino a qualche giorno fa parlava con toni trionfali delle strategie di contenimento che ci avevano tenuti in zona gialla, ma anche tutti quelli che chiedevano a gran voce la riapertura delle piste da sci.

Rimane ora la necessità di prendere decisioni operative estremamente concrete. Serve  rafforzare il tracciamento dei contagi, unico vero sistema per tenere sotto controllo la situazione e circoscrivere i nuovi focolai. E, dato che il vaccino è ad oggi la sola vera arma a disposizione, occorre intensificare la campagna di vaccinazione nelle zone più colpite.

Rimane però il rammarico che certe decisioni non siano il frutto di un confronto che permetterebbe la definizione di scelte più opportune. A partire dall’individuazione dei Comuni fin da subito coinvolti nell’intensificazione della campagna vaccinale. La richiesta che vengano ricompresi tutti quelli a vario titolo interessati dall’emergenza.

Ancora una volta i cittadini bresciani sono chiamati ad affrontare, oltre ad un virus ancora tragicamente presente, molte difficoltà correlate. A cominciare da chiusure di scuole e restringimenti delle libertà individuali, tutte decisioni comunicate a poche ore dalla loro entrata in vigore. Deve prevalere però il buon senso e il coraggio di prendere le decisioni necessarie, anche se non facili da spiegare.

Certo mi auguro che in Regione si sia capito che usare toni polemici, come fatto con le piste da sci, rischia poi di dover fare i conti con provvedimenti ancora più improvvisi e comunicati all’ultimo minuto. Fra l’altro, come per le scuole, molto più impattanti sulla vita delle famiglie.

 

Gianni Girelli
Presidente Commissione regionale d’Inchiesta Covid19

PD Regione Lombardia