E’ stato approvato martedì scorso in Consiglio regionale, con l’astensione del Partito democratico, il Piano quadriennale regionale per le politiche di parità, di prevenzione e di contrasto alla violenza contro le donne 2020/2023. Il provvedimento nasce per ampliare il sistema strutturale delle azioni integrate volte a prevenire e contrastare il fenomeno che in Lombardia ha ormai raggiunto livelli da primato. L’obiettivo è consolidare le reti territoriali, potenziando e qualificando le strutture e i servizi adibiti all’accoglienza e alla protezione delle vittime di violenza, incentivando le politiche di prevenzione.
Un piano ambizioso, ma per il Pd poco coraggioso, in quanto non accoglie le sollecitazioni utili a superare le criticità evidenti. “Abbiamo presentato numerosi emendamenti volti a risolvere le criticità evidenziate dalle reti antiviolenza e dai centri – afferma la consigliera regionale Paola Bocci – ma in gran parte non sono stati accolti e sono stati rimandati ai regolamenti attuativi. Il Piano, in realtà timido, non affronta il tema dell’incremento, puntualità e continuità dei finanziamenti a misure e progetti, necessari per l’efficacia delle azioni e dell’impegno pluriennale dei fondi”.
E’ stato però approvato un ordine del giorno, presentato dal Pd, che assume impegni per la continuità dei progetti nell’inserimento lavorativo, il supporto al disagio abitativo, l’aumento dei fondi destinati ai centri e la loro programmazione pluriennale, lo snellimento delle procedure di rendicontazione, l’ampliamento del perimetro delle spese rendicontabili e il coinvolgimento delle reti nell’eventuale apertura a nuovi soggetti.
“Da parte nostra- sottolinea Bocci-vigileremo sulla piena applicazione degli impegni presi con l’ordine del giorno ma non assunti nel Piano. Continueremo, inoltre, a batterci perché sia cancellato l’obbligo di inserimento del codice fiscale e sia prevista la sua sostituzione con codici alfanumerici che garantiscano l’anonimato delle donne, come chiedono da sempre i centri antiviolenza che da anni lavorano con serietà e competenza sui territori”.
“Il nostro voto di astensione – conclude Bocci- ha voluto significare la richiesta di un maggiore e continuativo impegno della Regione nel contrasto alla violenza sulle donne. È necessario investire più risorse proprie e valorizzare le reti, gli enti locali e i centri coinvolti nel contrasto al fenomeno”.
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