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Via la parola “razza” dai referti medici delle asst lombarde

 

Una segnalazione e poco dopo un’altra: un referto medico di un’ASST lombarda riporta tra i dati del paziente, insieme alla data di nascita, sesso, altezza, peso e, ovviamente, nome e cognome, anche la dicitura “razza”. Il campo, in quei casi, non era stato compilato, ma la questione non è per questo meno rilevante e i consiglieri regionali Gian Antonio Girelli, capogruppo Pd in commissione sanità, e Matteo Piloni, destinatari delle segnalazioni, hanno deciso di scrivere all’assessore al welfare Giulio Gallera insieme ad altri colleghi del gruppo democratico: sui referti medici delle ASST della Regione la parola “razza” non deve più comparire.

 

I referti in questione erano relativi a dei test sulla funzionalità respiratoria e delle prove da sforzo e il problema si era verificato anche in altre Regioni, tra cui il Veneto e la Toscana, che sono corse ai ripari già da tempo. In Lombardia, prima della denuncia del Pd, evidentemente nessuno in Regione se ne sarebbe accorto.

 

“In Regione Lombardia, tanto meno su documenti medici, non vogliamo mai più veder utilizzata la parola razza, che non ha alcun senso scientifico e che ricorda tempi bui – dichiara Girelli -. La razza è una sola ed è quella umana. Se esistono dati morfologici del paziente utili per diagnosi e cura si faccia riferimento a quelli, secondo una classificazione che abbia rilevanza dal punto di vista medico”.

 

“La lettura della parola razza mi ha fatto sobbalzare – gli fa eco Piloni – . Com’è possibile che nessuno si sia accorto di questa cosa? Ricordo ancora le scuse, reiterate, del presidente Fontana quando fu scoperto a parlare di razza bianca, in campagna elettorale, ai microfoni di Radio Padania. Sono certo che le sue scuse fossero sincere, ma a maggior ragione non vogliamo più vedere in Regione Lombardia, peraltro su un documento medico, e quindi scientifico, l’uso di una parola che tanto male ha fatto e che, lo dicono i genetisti, non ha alcun significato scientifico. La Regione deve correre ai ripari e modificare quei moduli una volta per tutte”.

 

Milano, 17 gennaio 2019

 

la lettera


PD Regione Lombardia