Un’Europa della salute che parta dalle Regioni: la pandemia insegna
Un’Europa della salute che sia in grado di affrontare unita le emergenze sanitarie. Ne ha parlato stamani il Ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al meeting che riunisce tutti i suoi omologhi dei Paesi europei. “Speranza ha affrontato proprio il tema di un sistema sanitario europeo capace di rispondere alle crisi future in maniera efficace e coordinata. Mi fa piacere che, come Calre, cioè la Conferenza delle assemblee legislative regionali d’Europa che raduna 72 regioni, lo diciamo da tempo e siamo in sintonia con il nostro Ministro”, commenta Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente dell’Aula, ma anche rappresentante della Lombardia in Calre e Coordinatore del gruppo di lavoro sulle diseguaglianze di salute in Europa.
“Come Calre, in piena pandemia, abbiamo sostenuto da subito la necessità di un accesso universale ed equo ai vaccini, per motivi etici, ma anche per uscire dalla pandemia e per ridurre le disuguaglianze. Ed è da qui che ha preso le mosse l’idea di un’Unione europea della salute – ricorda Borghetti –. Mano a mano che passavano i mesi, fino a questa estate e agli ultimi incontri, abbiamo sempre ribadito il nuovo ruolo dell’Europa sui temi sanitari, con la sinergia e il coordinamento degli Stati e delle Regioni”.
Un’idea che Borghetti aveva rilanciato subito dopo la riconferma del suo ruolo in Calre, a inizio 2021: “In questi anni di lavoro, tra l’altro con la collaborazione del Cergas Bocconi, abbiamo identificato sette principali fattori che creano diseguaglianze nei servizi sociosanitari: reddito, età, condizioni lavorative, patologie trascurate, territorio di residenza, cittadinanza straniera e genere, anche con il riferimento alle disuguaglianze subite dalle donne in tema di salute. Abbiamo, quindi, chiesto alle Regioni europee, con un questionario, quali buone prassi abbiano in atto per contrastare questi fattori di diseguaglianza. Ne è scaturito un dossier”.
Da questo confronto, nonostante le politiche sociosanitarie siano competenza ora degli Stati nazionali ora dei governi regionali, è emersa l’urgenza di una nuova impostazione della salute dei cittadini europei: “Sono totalmente convinto che l’Unione europea debba assumere nuovi ruoli di impulso e coordinamento anche sulla sanità, come già avvenuto proprio nel caso dei vaccini anti-Covid”.
Milano, 12 ottobre 2021