“A una legge che aumenta la confusione e non risolve i problemi ormai cronici di una macchina sanitaria troppo ingarbugliata e farraginosa, dimenticandosi dei problemi reali dei cittadini lombardi e distruggendo una storica cultura della cura autenticamente lombarda, il Pd non ha potuto che votare contro”, è il commento di Giuseppe Villani, consigliere regionale del Pd, all’indomani del voto sulla riforma della sanità lombarda.
“In questi anni è stato separato ciò che doveva essere unito o comunque in relazione: sanitario e sociosanitario, ospedale e territorio, medici di medicina generale e sistema sanitario, pubblico e privato, enti locali e strutture sanitarie, cittadini che hanno risorse e cittadini che non le hanno, territori ricchi e territori poveri – prosegue Villani –. Noi abbiamo raccontato la nostra idea di sanità, ma la maggioranza si è arroccata, rendendo ancora più grave e sbagliata la scelta, secondo noi, perché rimanda l’applicazione di molte delle cose alla prossima legislatura”.
Dopo 16 giorni di discussione in Aula, comprese alcune notturne e una seduta domenicale, per il Pd rimane solo “un semplice aggiustamento resosi necessario per non inciampare nella censura del Governo, come richiesto da Agenas, e per poter ricevere le risorse stanziate con il Pnrr. Le uniche vere novità, ovvero case e ospedali di comunità, sono infatti mutuate da scelte fatte a livello nazionale ed europeo, non certo regionali”.
Ma per il resto, “le liste d’attesa, i ticket e la loro rimodulazione, la prevenzione, le malattie rare, le malattie mentali, i medici di famiglia, le nuove professioni sanitarie, la rete territoriale, il ruolo dei sindaci, il sociosanitario, la disabilità, la gestione degli anziani sono stati solo sfiorati, se non del tutto ignorati da questa nuova legge – conclude Villani –. Ancora una volta la maggioranza si è nascosta dietro facili slogan, dalla libera scelta all’eccellenza lombarda, senza avere un minimo di capacità autocritica, senza una riflessione su quanto in particolare con il Covid abbiamo sperimentato. Non c’è stato il coraggio di cambiare. Ci proveremo noi, come opposizione, costruendo con i cittadini l’appuntamento con le elezioni regionali del 2023”.
Milano, 1 dicembre 2021