“Dobbiamo intervenire per tutelare in modo deciso i nostri lavoratori frontalieri che rischiano il licenziamento e, in molti casi, lo hanno già ricevuto. Non è questione di toni da tenere con la Svizzera e il Canton Ticino, ma di contenuti”, lo dicono Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, consiglieri regionali del Pd e componenti della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, dopo la riunione in cui si dovevano mettere le basi della risoluzione sull’emergenza per quanto riguarda i temi della Commissione.
“In Commissione la discussione con la consigliera Brianza e il presidente Mura, entrambi leghisti, è stata più sui toni da assumere che non sui contenuti. La proposta portata in seduta dal presidente dice che la Regione dovrebbe prendere contatti con le autorità della Confederazione e del Cantone perché ‘vigilino’ sul fenomeno dei licenziamenti di frontalieri – fanno presente Orsenigo e Astuti –. Come Pd abbiamo chiesto una riformulazione con cui si domandava di garantire e prendere misure concrete per sospendere i provvedimenti di licenziamento che in questo momento sono partiti, anche per non rendere più difficile la fase della ripresa. Ma il presidente non ha voluto discuterla perché, secondo lui, sarebbe occorso tempo per valutarla”.
Ma per i consiglieri dem c’è poco da valutare: “Qui i casi sono due: si vogliono tutelare i nostri lavoratori, oppure, come abbiamo capito dalla consigliera Brianza, in pieno spirito leghista, vogliamo che ognuno ragioni secondo il principio del ‘padroni a casa nostra’, anche a scapito dei nostri concittadini”.
Le due proposte di Orsenigo e Astuti erano di inserire nel documento un passaggio per i frontalieri, appunto (“Siano assunte misure per la garanzia occupazionale e per sospendere i licenziamenti indiscriminati che rischiano di penalizzare in particolar modo i frontalieri e che rappresentano anche un serio pregiudizio per l’auspicabile fase di ripresa del sistema economico dei territori confinanti”), e uno riguardante le merci e il confine (“Non siano ostacolati ai valichi di frontiera il transito e l’ingresso nel territorio della Confederazione delle merci, per consentire alle imprese lombarde in attività conformemente alle disposizioni emergenziali in atto di effettuare le consegne presso la parte acquirente svizzera, anche al fine di contenere quanto più possibile in entrambi i territori italiano e svizzero le conseguenze economiche negative del blocco in corso”).
Milano, 10 aprile 2020