Mentre noi continuiamo la nostra campagna di raccolta firme (online e sui territori) con lo slogan #Bastatrenord, anche i pendolari iniziano a manifestare grande disagio, come hanno fatto con un presidio, martedì, a Piazzale Cadorna, sotto la sede della società, con lo slogan Adesso Basta. Avevamo visto giusto.
La settimana si è caratterizzata, oltre che per i soliti disagi (qui un treno allagato), per le notizie date in audizione da RFI: i lavori sulle linee lombarde procedono e tra il 2020 e il 2025 saranno messi in funzione altri 419 chilometri di binari, di cui 289 per il servizio ferroviario regionale, come il raddoppio della prima parte della Mantova Cremona fino a Piadena e il quadruplicamento della Rho Gallarate fino a Parabiago. Sul fronte sicurezza e affidabilità, invece, RFI e Trenord danno numeri molto diversi. Mentre Trenord, con la Regione, attribuisce la gran parte dei problemi allo stato della rete, di competenza di RFI, quest’ultima se ne attribuisce solo l’11,6% (dato del 2019, ma il 19% a novembre), mentre il 68% sarebbe responsabilità dei vettori, quindi Trenord e, in parte molto minore, Trenitalia.
Giovedì, in commissione Trasporti – dove incredibilmente mancava l’assessore ai trasporti Claudia Terzi che da mesi accusa l’azienda per i problemi di Trenord – ha parlato, per RFI, l’amministratore delegato Maurizio Gentile.
“In questo balletto di cifre – commentano Gigi Ponti e Carmela Rozza – sta alla Regione dire ai cittadini non tanto di chi è la colpa, ma come farà a risolvere i problemi e che cosa chiede a RFI e a TRENORD per i prossimi contratti di servizio che partiranno nel 2020. Oggi sappiamo da RFI che l’assessorato ha già avanzato le sue indicazioni, evidentemente senza confrontarsi né con la commissione, né con i pendolari.”
A tenere banco nello scorso weekend è stato un fuori onda captato dai giornalisti de Il Fatto (o da qualcuno per loro) in cui i leghisti Roberto Anelli, capogruppo in Regione, e Paolo Grimoldi, segretario regionale, si dicono preoccupati della mobilitazione del Pd e parlano innervositi per i treni nuovi che ancora non arrivano. Arriveranno prima delle elezioni regionali? Evidentemente sotto le dichiarazioni di rito la preoccupazione c’è. Trovano anche la soluzione: i treni nuovi non devono andare dove le linee sono più carenti, ma su quelle dove ci sono più pendolari e lo diranno al presidente leghista di FNM Andrea Gibelli. I treni, quindi, a uso e consumo del Carroccio.
RedazioneSttegiorniPD