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Dopo mesi di tranquillità, dovuta al cambio di piattaforma di prenotazione e all’adeguamento al piano vaccinale nazionale, il sistema di assegnazione degli appuntamenti per la terza dose ricomincia a dare problemi. L’ultimo in ordine di tempo è accaduto a una cittadina di Crema, di 75 anni, vaccinata con la seconda dose da poco più di sei mesi, a cui è stata data come unica sede vaccinale possibile un centro di Como, in via Napoleona 60, a 100 chilometri da casa. Non solo: il primo appuntamento è il 12 di gennaio. È andata leggermente meglio al marito, anch’egli oltre i sei mesi dalla seconda vaccinazione, che ha ottenuto l’appuntamento a Bergamo, a 40 chilometri da casa, per il prossimo 27 dicembre.
“Ci sono le prime avvisaglie di un ritorno al caos della prima fase della campagna vaccinale di inizio 2021 – sottolinea il consigliere regionale Matteo Piloni che ha raccolto la segnalazione di una sua concittadina –  quando la piattaforma della società della Regione, Aria Spa, spediva gli anziani in giro per la Lombardia. Oggi, però, il problema non sembra più essere informatico, ma di gestione degli hub, che sono sguarniti e in dismissione proprio quando dovremmo spingere per la terza dose”.
“Un errore tanto più grave – attacca la consigliera Carmela Rozza – in un momento in cui la scienza con voce unanime afferma che per arginare la quarta ondata è necessario accelerare la campagna per la terza dose. Avevamo cercato di prevenire il problema con una mozione presentata in aula lo scorso 2 novembre con cui chiedevamo di riaprire gli hub in vista della nuova campagna vaccinale, ma la mozione era stata respinta. Oggi il presidente Fontana dice che l’adesione alla campagna è ‘tiepida’ e che bisogna convincere gli anziani a fare la terza dose, ma se le persone convinte, per fare una puntura, devono impiegare mezza giornata, è evidente che la campagna non decolla e la colpa non è dei cittadini, ma della Regione. Chiediamo si rimedi al più presto”.

RedazioneN7ggPd

PD Regione Lombardia