Simone Negri e Pietro Bussolati sulla mozione sul sostegno alla riqualificazione del quartiere San Siro come sede unica dello stadio e abbandono del progetto di costruzione di una struttura a San Donato rinviata in Commissione
NEGRI E BUSSOLATI (PD): “APERTURA DELLA MAGGIORANZA SUL NOSTRO ‘NO’ ALLO STADIO A SAN DONATO: NE DISCUTEREMO IN COMMISSIONE”
“La consideriamo un’apertura da parte della maggioranza di centrodestra, evidentemente già abbastanza convinta che non sia una buona idea costruire il nuovo stadio nell’area di San Donato con il coinvolgimento del Parco agricolo Sud Milano. Ora ne discuteremo tutti insieme nel luogo preposto, cioè la V Commissione Territorio del consiglio regionale”, è il commento di Simone Negri e Pietro Bussolati, consiglieri regionali del Pd, dopo che nell’ultima seduta d’Aula la loro mozione sul ‘Sostegno alla riqualificazione del quartiere San Siro come sede unica dello stadio e abbandono del progetto di costruzione di una struttura a San Donato Milanese’ è stata rinviata in Commissione su richiesta della maggioranza.
“Stiamo cercando di lavorare per convincere tutti ad abbandonare il progetto di San Donato e a far restare le due squadre a Milano. Per questo riteniamo importante che ci sia stato chiesto di ridiscuterne in Commissione. È un tema delicato di pianificazione territoriale anche di livello regionale, per le evidenti ricadute. Non è infatti solo un problema di Milano o dell’area metropolitana, per tutto quello che comporta a livello di infrastrutturazione e di viabilità. Basti pensare allo snodo, già critico, delle due tangenziali e dell’autostrada”, aggiungono i dem.
Tra le richieste contenute nella mozione, l’impegno a sostenere lo sviluppo di qualsivoglia progettualità nell’attuale area di San Siro, confermando, in sede di accordo di programma, l’impossibilità della costruzione a San Donato Milanese. “L’impatto sarebbe devastante da molti punti di vista: ambientale, trovandosi in gran parte in un’area vergine e agricola del Parco agricolo Sud Milano; viabilistico, per la pressione sui flussi di traffico, sia automobilistici che su ferro, che diverrebbero insostenibili; paesaggistico, trovandosi in un’area di pregio come quella dell’Abbazia cistercense di Chiaravalle, per la quale sono in corso le procedure per il riconoscimento di sito Unesco. Il fatto che ora se ne riparli in sede di Commissione ci fa ben sperare”, concludono Negri e Bussolati.
Milano, 4 dicembre 2024