La seduta di Consiglio di martedì 5 luglio è cominciata con il discorso del presidente Attilio Fontana che, a proposito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri della sera precedente che assegna alla nostra regione 9 milioni di euro per la gestione dell’emergenza idrica, ha assicurato e ribadito l’impegno costante e immutato di Regione Lombardia.
“Ma di quale tempestività parla Fontana? – Non si è fatta attendere la reazione di Matteo Piloni e Fabio Pizzul, capodelegazione in commissione agricoltura e capogruppo del Pd – La giunta regionale ha tentennato fino alla scorsa settimana e solo dopo la richiesta degli altri presidenti Fontana si è aggiunto alla richiesta al governo di stato di emergenza per siccità. Non la volevano chiedere e lo avevano anche dichiarato. Gli agricoltori hanno atteso un segnale per settimane e stanno attendendo ancora in questo momento che i laghi rilascino acqua, uno dei provvedimenti che Fontana aveva annunciato. Sono settimane che chiediamo un intervento perché da allora era chiaro che saremmo arrivati qui, alla perdita dei raccolti e alla crisi dei settori che dipendono dalla risorsa idrica, l’agricoltura prima di tutto. Ma possiamo avere una Regione che sta sempre al traino e arriva sempre in ritardo?”
Restando in tema, proprio martedì, tra gli atti ispettivi all’ordine del giorno, c’erano anche una interpellanza sull’utilizzo degli idrobond (Il testo dell’interpellanza e la risposta dell’assessore ) e una mozione (qui il testo della mozione e l’iter istituzionale) che chiedeva alla giunta lombarda di dichiarare lo stato di emergenza climatica.
Che cosa sono gli idrobond? La Regione dimostri più coraggio, seguendo l’esempio dei colleghi veneti
“Abbiamo chiesto a Regione Lombardia di utilizzare nuovi strumenti finanziari al fine di sostenere, con forme di finanziamento innovativo per la gestione di piani di investimento a sostegno del servizio idrico integrato per salvaguardare così in modo adeguato il bene comune acqua” spiega Piloni che aveva presentato questo tipo di richiesta già nel 2016, quando la Regione stanziò 10 milioni a Finlombarda per l’emissione di idrobond, senza ottenere però alcun successo. Il perché del flop sembra evidente al consigliere “dal momento che in Regione Veneto, dove le immissioni sono state pari a ben 248 milioni, i risultati sono stati più che positivi”.
“Prendendo esempio anche dai colleghi veneti, chiediamo dunque più coraggio alla giunta lombarda che deve insistere in questa direzione, ma con maggiori risorse – incalza Piloni – a fronte dei numerosi e drammatici cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, del caro energia e del rincaro del materiale che ha allungato i tempi degli interventi che coinvolgono anche i gestori del servizio idrico sui territori. A questo proposito voglio ricordare che in Lombardia ci sono importanti società che si occupano di servizio idrico e che sono state riconosciute dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, Arera, come tra le migliori a livello nazionale”.
“Purtroppo, però, non è solo una questione di risorse, ma anche di volontà e di capacità – sottolinea il consigliere dem – perché ci risulta che in questi anni Finlombarda non è stata in grado di concretizzare una proposta seria e importante e questo, ancora una volta, deve farci riflettere molto di più sul ruolo e sui meccanismi di funzionamento della società finanziaria di Regione Lombardia”.
E comunque per la Regione l’emergenza climatica continua a non essere una priorità…
Anche la richiesta di dichiarare lo stato di emergenza climatica era stata presentata dal gruppo del Pd già tre anni fa e, come allora, anche questa volta, nonostante la situazione sia peggiorata drammaticamente, la maggioranza che governa la nostra regione, si è rifiutata di approvare la proposta dem.
“Ma cos’altro deve succedere ancora? – sbottano Pizzul e Piloni – Abbiamo chiesto alla giunta lombarda di dichiarare lo stato di emergenza climatica e predisporre da subito una cabina di regia di carattere tecnico e scientifico in grado di individuare un percorso di lavoro e un programma strategico e pluriennale finalizzato a orientare tutte le politiche regionali verso una direzione ben precisa diretta ad affrontare tutte le drammatiche conseguenze a cui il riscaldamento globale ci sta ormai abituando”.
“Precisiamo, inoltre, che lo stato di emergenza climatica non coincide con lo stato di emergenza idrica che si riferisce a un problema specifico – sottolineano Pizzul e Piloni – e tanto meno riguarda qualcosa di astratto e ideologico, ma significa impegnarsi su tutti i fronti possibili: dalla decarbonizzazione, alla mitigazione del dissesto idrogeologico, all’efficientamento energetico, alle politiche di trasporto sostenibile, solo per fare qualche esempio”.
Ormai non c’è più tempo, la giunta solleciti i concessionari per rilasciare acqua dagli invasi alpini
Tornando alla crisi idrica, gli ultimi dati del Consorzio dell’Adda, riportano che gli invasi alpini continuano ad incrementare i volumi stoccati: nell’ultima settimana c’è stato un incremento di 8,9 milioni di metri cubi che porta ad un totale invasato di 191,7 milioni di metri cubi, al primo maggio erano 73,5.
“Questo significa che può essere rilasciata ancora dell’acqua da utilizzare per l’irrigazione dei campi” spiega Piloni che chiede alla giunta regionale di tornare a sollecitare i concessionari degli invasi in tal senso.
“Inoltre -incalza Piloni – non è stata ancora rilasciata la deroga al DMV, il deflusso minimo vitale. Le richieste previste dall’ordinanza regionale del 16 giugno scorso, che prevedevano l’autorizzazione dopo 10 giorni, comunque una tempistica troppo lunga, sono state formalizzate a Regione Lombardia, ma le consultazioni tra i vari Enti coinvolti si terranno soltanto all’inizio della prossima settimana, con un’inevitabile e ulteriore dilazione dei tempi. Ma di tempo che non c’è più. È questa la tempestività di cui ha parlato Fontana? Bisogna fare presto e subito. Ogni giorno che passa è sempre peggio”.
RedazioneN7ggPd