Il Consiglio regionale ha votato a maggioranza una risoluzione che impegna il presidente Fontana e la sua Giunta di chiedere al Parlamento di rimettere mano agli assetti istituzionali delle autonomie locali, soprattutto a quello delle province, che dopo la bocciatura del referendum del 2016 sono rimaste, di fatto, a metà del guado. Il documento votato da Lega e alleati chiede di ripristinare l’elezione diretta degli organi delle Province, di restituire a questi enti autonomia finanziaria e un’adeguata dotazione di personale, oltre alla ridefinizione delle funzioni.
Il Pd si è astenuto per marcare la propria posizione soprattutto su un punto: l’assemblea dei sindaci ha assunto un ruolo di coordinamento e indirizzo che porta gli amministratori locali a collaborare tra loro e questo patrimonio istituzionale non va disperso.
“Abbiamo tutti un obiettivo comune – dichiara il consigliere regionale del PD Gigi Ponti – che è quello di uscire dall’attuale stato di confusione nel quale si trovano le Province, che hanno ancora competenze importanti per esempio sulle scuole e sulle strade intercomunali. Per noi però c’è un punto dirimente, che è il ruolo dell’assemblea dei sindaci nei processi decisionali. La Lega immagina un ritorno a una struttura piramidale in cui i diversi enti sono sottoposti l’uno all’altro, per il Partito Democratico è necessario invece che Regione, Province e Comuni si confrontino su una base comune con un reciproco riconoscimento. Dire che bisogna tornare a prima del 2014 non basta certo a far funzionare meglio le istituzioni.”
“Noi non auspichiamo un ritorno al passato, alle vecchie province” conclude il capogruppo Fabio Pizzul “ma vogliamo dare vita a un ente più moderno ed efficiente in cui le amministrazioni comunali possano portare gli interessi del territorio e delle loro comunità potendo realmente incidere nelle decisioni.”
Milano, 14 gennaio 2020