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Il video della conferenza stampa di Pierfrancesco Majorino e Carlo Borghetti sul rapporto tra operatori sanitari privati e Regione Lombardia

La sintesi di Carlo Borghetti e Pierfrancesco Majorino (VIDEO)

Nota stampa

Regione Lombardia è sempre più sotto scacco degli erogatori sanitari privati profit che non si fanno remore di farle ripetutamente causa perché sanno che la giunta Fontana non impugna le sentenze. L’ultimo caso in ordine di tempo riguarda un ricorso vinto da una serie di gruppi, tra cui Policlinico San Donato Spa, Humanitas Mirasole Spa, IEO, Casimiro Mondino IRCCS di Pavia e Istituti Clinici Zucchi Spa che costerà ai lombardi fino a 75 milioni di euro in cinque anni (15,9 milioni già definiti per il 2019 a cui seguiranno quelli degli anni dal 2021 al 2024). Il tutto per un problema di tetti di spesa comunicati ad anno iniziato. Di poco precedente è il ricorso vinto dall’Istituto Ortopedico Galeazzi Spa, che costa alle casse lombarde altri sette milioni di euro. La Regione aveva imposto, in cambio delle maggiorazioni tariffarie, che medici e infermieri venissero contrattualizzati in modo stabile. Del 2023 è la conclusione di un contenzioso sulla tariffa da corrispondere alla sanità privata per gli interventi di artrodesi, abbassata quando la Regione si è accorta del numero eccessivo di interventi fatti in Lombardia dagli ospedali privati convenzionati. È finita che la Regione non solo ha dovuto rimangiarsi il taglio, ma ha addirittura incrementato la tariffa.

Casi in cui i privati ricorrono contro la Regione si susseguono: dal 2020 a oggi sono quattordici le delibere regionali della giunta Fontana in seguito a ricorsi intentati dagli operatori della sanità privata. Corrispondono tutte a tentativi della Regione di introdurre qualche argine alla sanità privata pagata con risorse pubbliche, tentativi falliti miseramente, anche perché la Regione ha perso da tempo, per scelta deliberata, il controllo della sanità lombarda. Una prova? Al primo ricorso citato la Regione non ha nemmeno opposto ricorso.

 

Non mettiamo in dubbio la qualità della sanità privata ma il modo in cui la Regione la gestisce.

 

Le cose devono cambiare, il Pd chiede che:

  • agli operatori sanitari privati che hanno un contenzioso aperto con Regione Lombardia non si rinnovi il contratto in essere fino a quando la questione non è risolta;
  • il 100% delle prestazioni erogate dagli operatori privati profit deve essere indicato dalle ATS in base alla programmazione regionale. In altre parole, le risorse pubbliche devono essere spese in cambio delle prestazioni che servono alla salute dei lombardi e non per le prestazioni scelte dagli operatori a proprio piacimento.

 

Intanto il Pd è al lavoro sulla legge regionale di iniziativa popolare annunciata il 23 e 24 febbraio scorsi durante la prima conferenza dal titolo “La salute è un diritto”, che verrà presentata il prossimo 26 marzo.

 

I casi di contenziosi in dettaglio

 

ESECUZIONE DELLE SENTENZE DEL TAR LOMBARDIA N. 78,79,581,1779 170 E ALTRE

Decreto 20695 del 21.12.2023 di Regione Lombardia: liquidazione di 15.895.462 euro a 11 strutture private lombarde (riferiti all’annualità 2019) cap. di spesa ONERI PER CONTENZIOSI LEGALI SANITA’

Il caso: Regione Lombardia, con la DGR XI/2013 del LUGLIO 2019 (ulteriori determinazioni su regole sistema 2019) inserisce un “tetto” di spesa per gli IRCCS privati prevedendo “per l’alta complessità e per le attività erogate dagli IRCCS, nei termini previsti dal comma 574 della legge 208/2015, un tetto complessivo di sistema a prescindere dalla residenza dei cittadini”

In poca sostanza la Regione cerca di limitare la pratica non virtuosa dei privati di privilegiare i pazienti extra regione, poiché su questi non erano previsti limiti di spesa, a discapito di prestazioni sui cittadini lombardi su cui invece il tetto è previsto.

Gli IRCCS privati (vedi elenco allegato) ricorrono immediatamente contro la delibera, contestando il fatto che la rideterminazione del tetto e l’abbattimento del rimborso a saldo del 2019 era illegittimo poiché deliberato a metà 2019 e quindi retroattiva rispetto all’annualità in corso.

Esito: il TAR dà ragione agli IRCCS privati che si portano a casa per l’annualità 2019 quasi 16 milioni di euro. E a cascata, la Regione sarà costretta “con successivi provvedimenti a rideterminare il budget delle strutture per gli anni 2021 2022 2023 2024”

Questo perché Regione: non interviene con nessun atto successivo al 2019 per sanare quella “retroattività” contestata, non ricorre in Consiglio di Stato, non riesce a portare a casa una transazione con gli erogatori privati per il periodo 20-24. Anche questa volta invece soccombe al motto “paga somara Lombardia”

Quindi 16 milioni di euro in più l’anno (almeno per cinque anni – dal 2019 al 2024 escludendo l’anno Covid) usciranno dalle casse della Regione, che non ha provato a fare alcuna resistenza, redistribuiti su 11 strutture private.

 

ESECUZIONE SENTENZE CONSIGLIO DI STATO N. 7608/2019 E TAR LOMBARDIA N. 1260/2020, 1261/2020, 1694/2021 ISTITUTO ORTOPEDICO GALEAZZI SPA

Sempre nel 2023, liquidazione di euro 7.007.516 a favore dell’Ist. Galeazzi – cap. di spesa ONERI PER CONTENZIOSI LEGALI SANITA’

Il caso: Regione Lombardia con una legge (7 del 2010) introduce una maggiorazione delle tariffe per ricovero e cura erogate dagli IRCCS pubblici e privati a contratto per valorizzarne l’attività complessa e di ricerca. Impone però che le strutture, per poterne beneficiare, si adeguino a degli standard definiti e nella fattispecie che i rapporti di lavoro con medici e infermieri debbano essere “in via prioritaria e prevalente a tempo indeterminato con vincolo di subordinazione” e definisce in “70% sul monte ore lavorate” il criterio per poter accedere a tale beneficio. Giustamente diciamo noi, per incentivare rapporti di lavoro stabili e non precari e garantire continuità del lavoro di cura. Ma il Galeazzi non ci sta: assume la quasi totalità degli infermieri a tempo indeterminato, ma come spesso accade nel privato, vuole poter continuare a mantenere per la maggior parte dei medici contratti – si a tempo indeterminato – ma di natura autonoma con l’organizzazione aziendale E allora ricorre per poter beneficiare di queste risorse aggiuntive senza adeguarsi al ragionevole requisito che la Regione richiede. Vince in Consiglio di State e la Regione deve pagare ancora una volta.

 

ARTRODESI

Il caso: una inchiesta giornalistica nel 2018 mette in evidenza come, in coincidenza con l’aumento della tariffa di rimborso, gli interventi di artrodesi (indicati in caso di instabilità della colonna vertebrale) erano aumentati del 107% nelle strutture private convenzionate e solo del 4% negli ospedali pubblici. Con un picco di casi in Regione Lombardia. L’anno successivo la DG welfare lombarda, riconoscendo il fatto che il valore della tariffa può spingere a eseguire artrodesi anche quando non strettamente necessarie, nella delibera delle regole di sistema di metà 2019 abbassa drasticamente le tariffe di questa prestazione sanitaria equiparandola, per tutti i casi che posso trovare beneficio con altre cure, a quelle delle procedure meno invasive. Passano qui da un minimo 4.700 a un massimo di 19.700 a un minimo di 3.200 euro ad un massimo di 7.600 euro.

Anche in questo caso, a fronte di un ragionevole provvedimento motivato con dati inequivocabili, il privato inizia la sua battaglia. E la vince. A maggio del 2023, da poco insediato il nuovo Assessore, la Regione approva la delibera XII/285 con la quale le tariffe dell’artrodesi vengono rialzate e portate fino a 22mila euro, una cifra ancora più alta di quella del 2018. E scompaiono anche quasi tutti i vincoli che erano stati introdotti per poter effettuare questo intervento.

 

La documentazione

Decreto del 21 dicembre 2023: Assegnazione alle Ats delle risorse per l’esecuzione delle sentenze del Tar del 2022 + Allegato

La sentenza del Consiglio di Stato

Le sentenze del Tar contro la Regione Lombardia negli ultimi tre anni

 

Milano, 15 marzo 2024

PD Regione Lombardia