Dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, poche idee ma ben confuse. Ad affermarlo è il vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Borghetti, a proposito delle audizioni che si sono tenute al Pirellone questa mattina, in commissione Sanità, sull’ipotesi di costruzione a Milano del nuovo ospedale Santi Paolo e Carlo. “Un’audizione -afferma Borghetti- che non ha fatto fare nessun passo avanti. Il presidente della commissione Monti ha detto no alla mia proposta di avviare un gruppo di lavoro con il Comune di Milano e i Municipi 6 e 7 per dare indirizzi, come è compito della commissione, su un progetto che la Giunta ha avviato con delibera l’11 settembre del 2017, cioè oltre due anni fa, e di cui ad oggi non si sa ancora niente. Gallera oggi non è intervenuto in commissione, come gli avevamo chiesto, e si è limitato a mandare una nota in cui si dice che non è stato ancora deciso se si farà un nuovo ospedale o se si ristruttureranno i due esistenti”.
“Visto che Gallera in 25 mesi non ha deciso ancora nulla su un progetto così strategico per l’intera Città Metropolitana di Milano e la sanità pubblica lombarda – continua Borghetti– ho chiesto di muoverci come commissione, coinvolgendo le parti interessate, ma la proposta non è passata. Trovo scandaloso che questa Regione sia priva almeno da 10 anni di un qualunque piano di sviluppo della rete ospedaliera. E con la legge regionale 23/2015 è stata fatta una riforma delle aziende sanitarie piena di impegni che sono ancora quasi tutti disattesi a 4 anni di distanza, a partire dalla formulazione di un nuovo Piano socio sanitario regionale, urgente, visto che l’ultimo è scaduto da 5 anni, e ancora non c’è traccia di quello nuovo”.
“Sull’ipotesi di nuovo ospedale Santi Paolo e Carlo – sottolinea Borghetti – Gallera non può scaricare la responsabilità sul Comune di Milano, dicendo che l’area ipotizzata deve essere bonificata, perché questo era noto a tutti da subito. Quello che serve fare subito, invece, è una verifica della sostenibilità dei costi della bonifica rispetto al costo complessivo dell’eventuale nuovo ospedale. Ora nella totale mancanza di certezza sul futuro delle strutture è ben difficile per l’Asst fare programmazione. Il rischio è investire male le risorse. Per esempio si stanno spendendo 30 milioni per interventi sulla sicurezza, certo necessari, ma senza neppure sapere quale sarà il futuro delle strutture su cui si interviene”.
“La vicenda -conclude Borghetti- è l’emblema dell’incapacità di Regione Lombardia di programmare la Sanità lombarda e lo sviluppo della rete ospedaliera”.
Milano, 16 ottobre 2019