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La nuova ordinanza che applica restrizioni a tutto il territorio regionale è arrivata improvvisa. Sebbene opportuna, vista l’evidente recrudescenza della pandemia in questa ultima settimana, è certamente una decisione che ancora una volta mette in dubbio la corretta raccolta e valutazione dei dati. Come mai, infatti, non si è aspettato il parere del comitato tecnico scientifico di domani? Come mai non sono stati coinvolti i sindaci che solo due giorni fa avevano lamentato il mancato coinvolgimento nelle decisioni? Forse la risposta è tutta nei numeri: forse anche questa volta sono stati sottovalutati e mal interpretati i dati delle ultime due settimane. Da qui l’accelerazione di questa mattina.

Rincorrere la pandemia è stata la strategia di Regione Lombardia per tutta la prima fase. Ma speravamo che l’esperienza avesse portato a protocolli più efficaci, dopo oltre un anno di convivenza forzata col virus. Di più, ricorrere alle ordinanze d’urgenza nel momento in cui stenta a decollare la campagna vaccinale significa non avere pieno controllo della gestione della recrudescenza dei contagi. E speriamo che questo stop non infici la programmazione in atto per le somministrazioni.

Seppure necessarie, infatti, le misure restrittive devono andare di pari passo con le vaccinazioni. E l’informazione alla popolazione non può essere schizofrenica. I cittadini devono poter contare su una corretta comunicazione e su un’adeguata assunzione di responsabilità. Invece, così facendo, rischiano di trovarsi di fronte a difficoltà, a gestire situazioni che hanno ricadute importanti, penso alla chiusura delle scuole con meno di 24 ore di preavviso.

Si parla molto di cambio di passo a Roma. Ci piacerebbe conoscere la data del cambio di passo anche qui in Lombardia.

 

Gianni Girelli
Presidente Commissione d’Inchiesta regionale Covid19

PD Regione Lombardia