Sanità- Rozza (Pd): Nelle linee guida di riorganizzazione di Ats e Asst nessun riconoscimento della professionalità degli infermieri e degli altri professionisti non medici. Solo Il Pd ha sostenuto la loro battaglia
Solo il Pd conduce la battaglia per il riconoscimento dell’autonomia professionale di infermieri, fisioterapisti, radiologi, tecnici di laboratorio, ostetriche e di tutte le altre professioni della sanità non mediche. A dirlo è la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, a seguito della votazione avvenuta oggi in Commissione sanità delle linee guida per i Piani di organizzazione aziendale strategica (Poas) di Ats, Asst e Irccs.
“Abbiamo chiesto- sottolinea Rozza- che fosse riconosciuta l’alta professionalità e il corretto percorso di carriera degli infermieri e degli altri professionisti della sanità non medici. Ma abbiamo dovuto constatare che in consiglio regionale ci sono tanti nemici che vogliono ancora tenerli nell’ambito della direzione medica, mentre avrebbero il diritto di agire in piena autonomia e di ricoprire legittimamente le funzioni di dirigenza. Prima di tutto nei ruoli dirigenziali, al pari del direttore socio sanitario. Penso agli Ospedali di comunità, la cui direzione deve essere affidata agli infermieri, così come devono essere destinati a loro ruoli direttivi nei dipartimenti delle Ats e delle Asst. Il Pd si è trovato da solo a combattere questa battaglia per coloro che sono stati definiti ‘eroi’ nei mesi più duri della pandemia, dove hanno dimostrato a caro prezzo la loro capacità professionale e organizzativa, ma ora tutti se ne sono dimenticati”.
“Le linee guide hanno purtroppo- continua Rozza- anche altre criticità, tra cui la confusione dei ruoli di comando di Ats , Asst e territorio, confusione che nasce dal fatto che le linee guide poggiano sulla legge di riforma della sanità che è sbagliata. Potevano rimediare agli errori ma non l’hanno fatto e per questo abbiamo votato no al documento”.
“Da parte nostra- conclude Rozza- continueremo la nostra battaglia in difesa delle professioni sanitarie e il nostro impegno per modificare una legge sbagliata. In queste condizioni la sanità lombarda, che ha già mostrato tanti suoi limiti nei mesi della pandemia, rischia di peggiorare e di non saper rispondere ai veri bisogni dei cittadini”.
Milano, 30 marzo 2022