Il Presidente Fontana, come a seguire un canovaccio ormai consunto, anche oggi va a caccia di un colpevole per coprire le inadeguatezze di Regione Lombardia. Spiace però nuovamente smentire il Presidente con l’evidenza: se in Lombardia esiste il problema dei medici di base è infatti bene capire fino in fondo le responsabilità. Perché è vero che il Governo non può chiamarsi estraneo alle difficoltà, ma è altrettanto vero che Regione Lombardia non è spettatrice della partita.
Tanto per cominciare è bene ricordare che in Lombardia, contrariamente all’Emilia Romagna, alla Toscana e al Veneto, sono stati svuotati da tempo i servizi periferici. La mania accentratrice ha così prodotto più danni che benefici ai cittadini, che per avere risposte possono dunque rivolgersi solo e unicamente al medico di base. Un punto di riferimento, soprattutto per anziani e fragili, che deve così preoccuparsi anche delle scartoffie – compresi certificati di malattia, esiti di tamponi e inghippi del Green pass. E non è finita: a complicare l’esistenza ai medici di base vi è anche la conferma della separazione Ats e Asst, con la conseguenza che i cittadini non capiscono più chi fa cosa e perché.
Sul tema della formazione, invece, vorrei ricordare che è vero che il Governo si occupa in maniera preponderante delle specializzazioni, ma è altrettanto vero che la Regione può contribuire finanziando borse di studio aggiuntive. Inoltre, per quanto riguarda la formazione dei medici di medicina generale la competenza è unicamente regionale.
La pandemia ci ha insegnato molto. Ha fatto capire quel che funziona e quello che non funziona. E la nuova riforma sanitaria di Regione Lombardia è lungi dal centrare l’obiettivo di una nuova sanità a servizio della collettività.
Vinicio Peluffo
Segretario PD Lombardo