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Dopo sei anni di attesa arriva un primo provvedimento, un po’ in sordina e ancora insufficiente

Con una delibera del dicembre scorso  la Regione ha riconosciuto ai minori immigrati irregolari il diritto ad avere il pediatra come tutti gli altri bambini. Un provvedimento che arriva a sei anni dall’approvazione della normativa nazionale ma ancora insufficiente, perché non garantisce ai minori un pediatra specifico,  necessario per una cura adeguata e per una migliore integrazione nella comunità

La Regione cede. Dopo sei anni di attese, meline e rinvii, anche la Lombardia ha accettato di riconoscere ai minori immigrati irregolari il diritto ad avere il pediatra, come tutti gli altri bambini. L’ha fatto suo malgrado, in silenzio e solo per adempiere a una  norma stabilita nel 2012, con un accordo fra stato e Regioni,  che indicava come obbligatoria l’iscrizione al servizio sanitario  per i bambini stranieri, anche se privi del permesso di soggiorno.

Per  sei anni la Lega, seguita da gran parte del centrodestra, ha continuato a dire che  i minori irregolari erano solo un’invasione del tessuto sociale. Le opposizioni hanno sollevato il problema in più occasioni: nel 2013  Umberto Ambrosoli presentò una mozione per chiedere l’estensione delle cure  pediatriche ai bambini figli di irregolari, ma la maggioranza la bocciò clamorosamente. Successivamente la giunta, guidata allora da Maroni, stabilì l’iscrizione all’albo in via sperimentale per tre anni , poi rinnovati nel 2017 e nel 2018 fino allo scorso dicembre, quando finalmente la giunta Fontana  ha approvato una delibera con cui si stabilisce che  i minori stranieri sono iscritti al servizio sanitario, ma senza l’assegnazione di un pediatra specifico e a spese del servizio sanitario nazionale solo fino a 14 anni. Poi, fino ai 18 anni, i pazienti si potranno rivolgere al medico di medicina generale, ma pagando 15 euro per ogni visita.

Un provvedimento tardivo, dunque, e oltretutto non sufficiente. “Serve più equità – commenta Paola Bocci – La Regione dovrebbe destinare anche ai figli degli irregolari un pediatra specifico,  in modo che siano seguiti dallo stesso medico nel corso degli anni. Il pediatra è un riferimento fondamentale per i genitori, per la salute e per la crescita complessiva del bambino;  e per gli irregolari è un anello chiave per l’integrazione nella comunità e un vero presidio di controllo”.

PD Regione Lombardia