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In questi giorni una campagna mediatica della Lega sta propagandando la tesi che vi siano stati tagli miliardari alla sanità lombarda e nazionale che sarebbero la causa delle evidenti difficoltà in cui si trova la sanità territoriale della nostra Regione. La prima considerazione da fare è questa: i fondi alla sanità aumentano costantemente, quasi senza eccezioni, da molti anni. Dalla prima finanziaria di Mario Monti all’ultima di Gentiloni, per citare il periodo indicato dalla Lega, il fondo sanitario regionale non è affatto diminuito, anzi, è aumentato di 5,4 miliardi. Non è aumentato abbastanza, se consideriamo l’aumento dei costi della sanità e il fabbisogno complessivo, ed è aumentato meno delle previsioni iniziali, ma è aumentato. Un taglio c’è stato, di circa un miliardo rispetto all’anno prima, passando da 108 a 107 miliardi, ed è avvenuto con la finanziaria di Mario Monti, ma tutti ricordiamo perché: il Governo Berlusconi, con la Lega tra i protagonisti, stava mandando il Paese in default.

I tagli di miliardi di cui parla la Lega (dicono 36 miliardi in vari anni su un fondo che oggi vale 124 miliardi) sono in realtà la differenza tra le promesse e gli stanziamenti effettivi e ognuno potrà capire che, per quanto rilevanti, non sono la stessa cosa di una riduzione della dotazione.

Oggi, nel 2022, Lega e alleati affermano che la giunta regionale avrebbe stanziato addirittura 800 milioni di euro in più per la sanità lombarda, ma è davvero così? No, sono tutti soldi del PNRR, soldi europei, tranne 76 milioni distribuiti in tre anni che, peraltro, erano già previsti per la sanità. Non lo diciamo noi, lo dice la Regione stessa nella relazione al bilancio regionale approvato a dicembre, basta andarsela a leggere.

Ancora si dice che la Lombardia è la prima Regione ad attuare il PNRR. Diciamolo meglio: la sanità territoriale in Lombardia è stata depotenziata per anni e le strutture che dovevano ricostruirla, come i Presidi sociosanitari territoriali, che oggi chiamiamo Case di Comunità, non sono stati realizzati, se non in minuscola parte. La Lombardia è partita da zero, convinta a realizzare le Case di comunità solo dal Governo e dal PNRR. Quando la Lombardia avrà finito di usare queste risorse, avrà metà delle case di comunità che dovrebbe avere.

Sulla mancanza di medici di base, è evidente che la responsabilità non sia unicamente regionale, ma la Regione ha atteso a lungo senza fare nulla, dicendo no alle nostre proposte di aumentare le borse di studio e di mettere i laureati in medicina in condizione di scegliere la strada della medicina generale, cioè di medico di famiglia.

Se si vuole dare tutta la colpa al governo, dove la Lega è stata a più riprese e a lungo negli ultimi vent’anni, lo si può sempre fare, ma ci si chiede a che cosa serva la Lega in Regione, visto che i suoi esponenti sanno solo lamentarsi, dire sempre che è colpa di Roma, senza mai affrontare e risolvere i problemi che stanno a cuore ai cittadini.

RedazioneN7ggPD

 

PD Regione Lombardia