“Prendiamo atto della correzione apportata dalla Moratti alle sue parole di ieri che, messe così come le aveva pronunciate, erano gravissime. Però, a questo punto non capiamo dove sta l’eccezionalità, la straordinarietà e la sperimentazione, perché le Case della comunità servono proprio a costruire la sinergia multiprofessionale attorno alla salute della persona”, lo dice Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd e componente della III Commissione Sanità, a commento delle dichiarazioni della vicepresidente Moratti a proposito di una sostituzione dei medici di medicina generale mancanti con gli infermieri, corrette poco fa.
“Se l’assessore vuole valorizzare gli infermieri e le professioni sanitarie, figure che hanno, appunto, una professionalità forte, riconosciuta e che sicuramente diventano fondamentali sia negli ospedali che nell’assistenza territoriale, ma non certo in sostituzione del medico di medicina generale, deve riconoscere il loro ruolo nella direzione delle Case e degli Ospedali di comunità, dei Distretti, nell’organizzazione dell’assistenza territoriale. Tutti compiti che il centrodestra non ha voluto assolutamente inserire negli atti, a partire dalla legge regionale sulla sanità”, spiega Rozza, che si sta battendo per istituire la figura del direttore assistenziale, un dirigente che potrebbe operare alla pari con il direttore sanitario nell’organizzazione delle strutture.
“Gli infermieri di comunità e di famiglia devono e sanno organizzare servizi territoriali, la salute intorno alla persona e leggere tutti i bisogni dei cittadini, ma non possono certo fare diagnosi e prescrizioni – precisa la consigliera dem –. Per questo il centrodestra deve istituire la figura del direttore assistenziale, come ha già fatto l’Emilia-Romagna, e individuare nelle strutture complesse i ruoli dirigenziali per tutte le professioni sanitarie diverse dai medici. Ma non lo fa perché non c’è la volontà”.
Milano, 9 giugno 2022