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Giovedì scorso, 11 marzo, 900 anziani over 80 sono rimasti ore in coda al freddo, in attesa del vaccino all’ospedale Niguarda di Milano. La ragione? Avevano prenotato sul portale di Aria, ma al sistema ne risultavano solo 600. È questo solo l’ultimo episodio di malagestione della campagna vaccinale in Lombardia ma, quel che è più assurdo, a denunciarlo è stato lo stesso consulente del piano vaccini del presidente Fontana, Guido Bertolaso, che ha definito “una vergogna” quanto accaduto. Peccato che la responsabilità fosse sua. “Non bast a- attacca il consigliere regionale Pietro Bussolati – scaricare, come ha fatto Bertolaso, le colpe su Aria Spa. Chi ha deciso di affidarle la gestione informatica dei vaccini anti Covid, se non Bertolaso, Moratti e Fontana? “.
Che il sistema facesse acqua da ogni parte era chiaro da tempo. È di pochi giorni fa la denuncia di Radio Popolare  che ha raccontato come la piattaforma di prenotazione dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano avesse dal 15 gennaio scorso un link aperto, a cui chiunque poteva registrarsi per essere vaccinato, anche se non incluso, in questa fase, in alcuna categoria prioritaria. “La direzione generale – denuncia la consigliera regionale Carmela Rozza – deve rispondere del fatto di aver mandato il link per le prenotazioni a tutti, senza alcun filtro, unica a seguire questa procedura; in altri ospedali, quali il Sacco, è stato data la possibilità di prenotarsi solo a chi compariva negli elenchi dei volontari o collaboratori della struttura”. Rozza per questo chiede un ‘indagine interna alla struttura. “Vogliamo sapere- incalza- quante persone, dal 15 gennaio a ieri sono state vaccinate. Non basta certo aver bloccato, solo grazie a un’inchiesta giornalistica, le prenotazioni delle ultime 220 persone iscritte al portale. La Direzione generale, oltretutto, ha cercato di addossare la responsabilità di quanto accaduto al personale sanitario che sta affrontando la terza ondata della pandemia già stremato da un anno drammatico. E’ estremamente scorretto, la direzione deve assumersi le proprie responsabilità”.

Se a Milano il sistema di prenotazione in tilt ha mostrato falle e portato gravi disagi, nel varesotto ha portato a centri vaccinali vuoti.
Su 100 persone attese per la vaccinazione ne arrivano in media 25. “Questo accade- spiega il capodelegazione del Pd in commissione Sanità Samuele Astuti – perché le persone attese non hanno mai ricevuto la convocazione che ai punti vaccinali risulta inviata. Al centro vaccinale di Cittiglio, ad esempio, che ha una potenza di fuoco di 120 vaccinazioni, questa settimana, per tre giorni consecutivi, ne sono state somministrate 25. Gli operatori non avevano a disposizione alcuna lista dei cittadini attesi e quindi non potevano neppure recuperarne il contatto”.
Ma anche quando arrivano le convocazioni, come hanno lamentato centinaia di famiglie, sono tardive. ”Gli sms di conferma- afferma il consigliere dem- arrivano a tarda sera per il giorno dopo, il che mette in seria difficoltà molti anziani che non riescono a organizzarsi per raggiungere il punto vaccinale”.
Questo senza dire della pessima distribuzione delle chiamate: basti pensare che un insegnante di Varese, che insegna a Saronno, è stato convocato solo il giorno prima della somministrazione al punto vaccinale di Como. Lo stesso è accaduto ad alcuni docenti di Tradate, mentre molti anziani della zona limitrofa a Varese sono stati convocati a Menaggio”.
Le cose non vanno affatto meglio nella provincia più colpita dal covid nella terza ondata, Brescia. E’ impensabile- denuncia il presidente della Commissione d’inchiesta sul covid, Giani Girelli– sapere di centri vaccinali sottoutilizzati Occorre accelerare, cambiare passo. A Brescia oggi è necessario decidere che la Fiera diventi hub di vaccinazione e che nel nostro territorio vengano inviate un maggior numero di dosi, visti i dati sempre più preoccupanti”.

RedazioneN7ggPd

PD Regione Lombardia