Pierfrancesco Majorino, Carmela Rozza e Carlo Borghetti (Pd) oggi al presidio dei lavoratori del San Raffaele sotto il Pirellone
Il capogruppo del Pd in consiglio regionale Pierfrancesco Majorino, la consigliera Carmela Rozza e il consigliere Carlo Borghetti oggi, sotto il Pirellone, hanno partecipato oggi al presidio dei lavoratori del San Raffaele che denunciano condizioni di lavoro disagiate e stipendi bassi e chiedono una sanità pubblica, gratuita e universale. 
“Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del San Raffaele- afferma Majorino- che stanno lanciando un allarme e dicendo che un grande gruppo della sanità privata li sta nei fatti abbandonando a loro stessi. Non possiamo accettare che gli operatori del San Raffaele siano trattati da lavoratori di serie B. Insieme ai lavoratori denunciamo l’odioso ricatto ‘se vuoi farti curare paga’ e lottiamo perché il diritto alla salute sia sempre garantito”.
“Al San Raffaele- sottolinea Rozza- da quando la struttura è passata nelle mani di Rotelli, si sta degradando la qualità delle strutture. I pazienti in carico al servizio sanitario nazionale sono ricoverati in locali quasi fatiscenti. Nello stesso tempo i contratti non sono rinnovati e i lavoratori ricevono stipendi da fame, anche più bassi di quelli degli operatori del pubblico, che non sono certo adeguati. La giunta regionale, che ogni giorno si vanta di far dialogare pubblico e privato, non è in grado di affrontare il problema dei salari dei lavoratori della sanità privata, così inadeguati da portare alla fuga di tanti. In nome del solo profitto il privato sta ignorando i lavoratori e mettendo a rischio la qualità dei servizi dell’ospedale”.
“I lavoratori del San Raffaele- afferma Borghetti- hanno straragione. La sanità non è un mercato, non si può immaginare che aumentino i profitti e gli stipendi dei lavoratori vengano tenuti fermi per anni. Hanno diritto al rinnovo del contratto. Quest’idea per cui la sanità privata con i soldi pubblici decide liberamente di fare quello che vuole non può più continuare. Chiediamo a Regione Lombardia di cambiare le regole. Il privato che lavora con i soldi pubblici ha una funzione pubblica e se vogliono pari diritti devono avere anche pari doveri”.
Milano, 31 ottobre 2025
