Skip to main content

BOCCI (PD): “NON È LA LEGGE CHE VOLEVAMO: I GIOVANI E LE GIOVANI LOMBARDE HANNO BISOGNO DI FATTI”
“Ci sono voluti ben quattro anni per approvare, oggi, una legge quadro sui giovani che per i giovani, da domani, concretamente, non cambierà assolutamente nulla. E questo perché a disoccupazione, stipendi bassi e denatalità, la Regione risponde solo con un forum, un premio e un osservatorio”, Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, spiega così l’unico voto contrario, quello dei dem, alla legge che proprio loro avevano fortemente voluto, fin dall’inizio della legislatura, e che ora, dopo essere stata sostanzialmente scritta dal centrodestra, va sotto il nome di ‘La Lombardia è dei giovani’.
Seppur necessario, l’impegno all’ascolto non basta, spiega meglio Bocci: “Nella legge mancano risposte e strumenti concreti ed efficaci per dare gambe all’autonomia giovanile. Come mancano risposte ai problemi veri dei nostri giovani, che sono l’orientamento, la formazione, il diritto allo studio, l’ingresso nel mondo del lavoro, le politiche abitative e per la famiglia, solo per citare i principali. I ragazzi hanno bisogno di prospettive e azioni tempestive che supportino il loro percorso verso l’autonomia, di strumenti adeguatamente finanziati, per colmare quello che altrimenti sarà un divario insanabile tra generazioni. Chiedono più orientamento agli studi, più borse di studio, tirocini senza sfruttamento e incentivi all’apprendistato, investimenti sulla ricerca, per non dover andare lontano”.

Al di là del giudizio negativo sulla proposta in voto, Bocci sottolinea che “come Gruppo del Pd siamo riusciti a introdurre nella legge alcuni miglioramenti: ad esempio l’inserimento nel testo di un impegno esplicito a potenziare l’orientamento verso percorsi Stem, cioè gli studi scientifici e tecnologici, in particolare per le giovani studentesse, per favorire pari opportunità nel mondo del lavoro e contrastare le disparità di genere”.

È stata, invece, respinta “la nostra richiesta di promuovere nelle scuole l’educazione alla parità e al rispetto di genere per contrastare stereotipi culturali e violenza di genere”, tiene a dire la consigliera Pd.

Il tema delle giovani donne alle prese con l’incertezza del futuro “dovrà essere centrale nelle politiche regionali in materia: i timori di non trovare lavoro sono radicati e sappiamo che le donne sono in una condizione più critica. Il lavoro precario riguarda più le donne degli uomini e la maggior parte dei posti persi in questi mesi di pandemia sono di donne – continua Bocci –. Sono poi oltre il 21% le ragazze, tra i 15 e i 34 anni, che non studiano né lavorano, molte di più dei coetanei maschi.

Per il Gruppo del Pd la partita non si chiude certo qui e annuncia che presenterà diversi progetti di legge specifici per dare alle lombarde e ai lombardi tra i 15 e i 34 anni le opportunità e le condizioni per crescere e prendere il proprio posto nella società.

Milano, 22 marzo 2022

PD Regione Lombardia