Non sono soddisfatti Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati delle risposte date dal presidente di FNM Andrea Gibelli questa mattina audito in commissione bilancio
FNM: MAJORINO E BUSSOLATI (PD), “PRESIDENTE GIBELLI NON RISPONDE SU ACCUSE DI LO PRESTI E SUL CRITERIO DI NOMINA DEL NUOVO AD DI TRENORD”
Non sono soddisfatti Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati delle risposte date dal presidente di FNM Andrea Gibelli questa mattina in commissione bilancio. I due esponenti regionali del Pd avevano firmato una richiesta di audizione per avere chiarimenti in merito al contenuto dell’esposto del presidente di Milano Serravalle Beniamino Lo Presti, che denuncia l’esistenza di discrasie tra il Piano economico finanziario (PEF) di Milano Serravalle e il piano strategico della holding, per la parte che riguarda gli investimenti della controllata (648 milioni contro 550). Il Pd chiedeva anche conto dell’enorme compenso del direttore generale di FNM (Ferrovie Nord Milano) e amministratore delegato di Trenord Marco Piuri e delle ragioni per cui esso è totalmente slegato dalle performance della società di trasporto ferroviario, decisamente non positive. Infine, a Gibelli è stato anche chiesto di spiegare con quale criterio sia stato scelto il nuovo ad di Trenord, Andrea Severini, al momento ancora in pectore, essendo un manager senza esperienza specifica nel mondo dei trasporti.
“Gibelli non ha voluto rispondere alle nostre domande, è evidente” dichiarano in una nota Majorino e Bussolati. “La vicenda dei rapporti tra FNM e Milano Serravalle, per i quali Lo Presti denuncia pressioni indebite, rimane del tutto opaca. L’unica novità è che i vertici della controllante hanno definito “non ufficiale” il Pef dello scorso 29 luglio, e questo è addirittura incredibile”.
Anche sul compenso di Piuri, dicono Majorino e Bussolati, “Gibelli è stato del tutto reticente. Noi abbiamo una società, FNM, che a dispetto del suo nome, legato al trasporto pubblico ferroviario, iscrive a bilancio ricavi per quasi il 50% legati all’infrastruttura autostradale, quindi a Milano Serravalle. L’amministratore delegato di Trenord Piuri, nominato da FNM, vede esplodere il suo compenso (da 494 a 663mila euro in cinque anni) grazie al fatto di occuparsi, da dg di FNM, di trasporto privato, di autostrade, anziché di treni. E chi lo ha nominato dice di non poter legare il suo compenso all’andamento della qualità trasporto ferroviario. Un controsenso totale, ma soprattutto, se non ne risponde Gibelli significa che ne deve rispondere direttamente il presidente Fontana”.
Riguardo al nuovo ad di Trenord, continuano gli esponenti dem, “è significativo che Gibelli dica che per scegliere il profilo adatto abbiano incaricato una società di head hunter ma che tra i criteri di selezione non ci fosse la competenza specifica sul trasporto pubblico, tantomeno su quello ferroviario. Sembra una barzelletta, ma con le performance di Trenord di questi tempi non c’è proprio niente da ridere. Intanto la nomina tarda ad arrivare e la società è evidentemente allo sbando. La ragione, ha detto Gibelli, è che si attende che il governo nomini i nuovi vertici di Trenitalia che a loro volta nomineranno i nuovi componenti del cda di Trenord di propria competenza. Questo significa una cosa sola, che la responsabilità di questo incredibile stallo è in capo al ministro Salvini. I pendolari lombardi ringrazino pure la Lega per i loro disagi quotidiani”.
Milano, 11 dicembre 2024