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Lo scorso 20 ottobre il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del consiglio regionale lombardo ha esaminato la relazione che ogni anno la giunta redige per analizzare l’applicazione del Fattore Famiglia lombardo (FFL), uno strumento che dovrebbe puntare a garantire condizioni migliorative nell’accesso a prestazioni pubbliche per specifiche tipologie di famiglie con elevati carichi di cura, tenuto conto in particolare della rilevanza del numero dei componenti.

Si tratta di uno strumento di correzione dell’ISEE introdotto con legge regionale nel marzo del 2017, alla fine della scorsa legislatura, e applicato finora in via sperimentale su alcune misure di aiuto in ambito sociale che prevedono facilitazioni economiche per le famiglie e precisamente: il Bonus Assistenti Familiari, la Dote Infanzia, il Pacchetto Famiglia e il bando Protezione Famiglia, l’ultimo ad essere preso in esame. La legge che ha istituito questo strumento prevede che ogni anno la giunta regionale prepari una relazione che deve essere poi approvata dal consiglio regionale, in prima battuta dal Comitato Paritetico di Controllo e successivamente dalle commissioni Sanità e Bilancio.

Diversamente dall’anno passato, in cui si era evidenziato un vero e proprio flop, quest’anno la maggioranza di centrodestra non ha aspettato il vaglio di tutte le commissioni ed è uscita subito sulla stampa con toni entusiastici che i consiglieri del Pd hanno subito ridimensionato.

Toni trionfalistici completamente fuori luogo e per tanti motivi” dice il consigliere regionale del Pd Carlo Borghetti – vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Comitato Paritetico di Controllo del Pirellone, dopo aver esaminato le informazioni emerse dall’ultimo esame sull’applicazione di questo strumento.

“Rispetto ai risultati assai deludenti della prima vera sperimentazione attuata nel 2020 attraverso il ‘Pacchetto Famiglia’ per dare sostegno alle famiglie più colpite in seguito alla pandemia, dobbiamo sicuramente riconoscere che l’esito della misura introdotta successivamente, il bando ‘Protezione Famiglia’, ha registrato una maggiore adesione e il tasso delle richieste finanziate con il Fattore Famiglia è passato dal 21% all’83%. Ci sono però ancora troppe criticità” prosegue Borghetti.

“Partiamo dai profili delle famiglie – spiega -: il 91% delle domande finanziate ha totalizzato i punteggi più bassi, tra lo 0,5 e il 2,5. Questo vuol dire che la maggior parte delle famiglie che ha ottenuto il contributo aggiuntivo è tra le famiglie ‘meno bisognose’. Addirittura, il 98% dei contributi, dunque la quasi totalità, non supera i 350 euro e non supera il punteggio di 3,5. Per quale motivo non si riscontrano punteggi alti? Evidentemente ci sono dei problemi nella selezione, se in un periodo così difficile, in cui le famiglie più numerose e con persone con disabilità a carico si stanno impoverendo rapidamente, a prendere i contributi sono quelle il cui profilo corrisponde ad altre tipologie. Dai dati della relazione, infatti, emerge che i nuclei familiari richiedenti il contributo sono per la quasi totalità (92%) residenti in Lombardia da più di 10 anni e non sono gravati da mutuo per l’abitazione (meno dell’1%), mentre la presenza di donne in stato di gravidanza riguarda il 5% dei richiedenti e la presenza di persone con disabilità il 9%”.

“C’è poi, da non sottovalutare, la questione economica – conclude Borghetti – siamo passati dai 21 milioni per il Pacchetto Famiglia ai 27 milioni per Protezione Famiglia e la quota riservata all’applicazione del Fattore Famiglia è passata da 1,5 milioni a 4,4 milioni, ma, di questi, 1,4 milioni sono stati ereditati dalla misura ‘bonus assistenti familiari’ che si è rivelata inapplicabile, in quanto, evidentemente, mal congegnata, dal momento che non è stata utilizzata e sicuramente non per mancanza di necessità. Stiamo parlando, nel complesso, di una quantità di risorse esigua per il bilancio regionale, rimane una distanza enorme tra il bisogno delle famiglie – in particolare quelle numerose e/o con persone con disabilità a carico – e le risorse che Regione Lombardia mette a disposizione, una distanza che deve essere colmata“.

DOCUMENTI

👉La delibera del 9 maggio 2022 – “Relazione annuale prevista dall’art. 5 comma 1 della l.r. 10/2017 Norme integrative per la valutazione della posizione economica equivalente delle famiglie – Istituzione del fattore famiglia lombardo – Clausola valutativa” –

👉L’esame e l’approvazione della relazione da parte del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del 20 ottobre 2022

👉L’iter istituzionale della relazione

 

NOTA

Il bando Protezione Famiglia offre un sostegno economico una tantum di 500 euro alle famiglie con figli minori ed ISEE entro 30.000 euro, senza vincoli di spesa. Le risorse messe a disposizione complessivamente per il contributo sono superiori, 27 milioni di euro, rispetto a 21 per Pacchetto Famiglia. Anche la quota riservata per l’applicazione del FFL è superiore: 4,4 milioni rispetto a 1,5 milioni. Le risorse sono poi state ripartite fra le ATS, sulla base della popolazione residente (vd scheda).

Il contributo offerto da Protezione Famiglia può essere incrementato sulla base del valore assunto dal FFL secondo lo schema che segue. Gli indicatori (L) influenzano il punteggio FFL così che punteggi alti derivano dal cumulo delle situazioni premiate dal FFL (in questo caso numero di figli, mutuo, anzianità di residenza, presenza di disabili, non autosufficienti o donne in gravidanza). Il contributo aggiuntivo ottenibile da un nucleo familiare che ne fa richiesta va da un minimo di 50 euro a un massimo di 800 euro.

Il contributo concesso viene incrementato di una quota aggiuntiva sulla base del valore assunto dal Fattore Famiglia Lombardo secondo la seguente formula: quota aggiuntiva = contributo concesso *0,2 * FFL dove FFL = I1+I2+I3+I4+I5

  1. I1 = (0, 0.5, 1, 2, 3) per un numero di figli nel nucleo familiare, come definito nella DSU dell’ISEE, pari a 1, 2, 3, 4, 5 o più
  2. I2 = 1 se l’abitazione principale del richiedente è gravata da un mutuo per l’acquisto, 0 altrimenti;
  3. I3 = 0.5 se il richiedente risiede in regione Lombardia da un periodo maggiore o uguale a 10 anni, 0 altrimenti;
  4. I4 = 0.5 se sono presenti in famiglia donne in accertato stato di gravidanza, 0 altrimenti;
  5. I5 = (1, 2, 3) per un numero di componenti nel nucleo familiare, come definito nella DSU dell’ISEE, con disabilità media o grave o non autosufficienza (ai sensi dell’Allegato 3 del Dpcm 159/2013) pari a 1, 2, 3 o più nel nucleo familiare, 0 altrimenti.

Redazione7ggPd

PD Regione Lombardia