Diagnosi costosa per i disturbi dell’apprendimento: i genitori pagano fino a 650 euro per la certificazione. Intanto la legge regionale del 2019 viaggia con oltre due anni di ritardo
“Durante questa legislatura abbiamo prodotto una buona legge sui disturbi dell’apprendimento ma, come spesso accade in Regione Lombardia, tutto si arena in fase esecutiva: alle parole non seguono fatti concreti. Nel frattempo le famiglie continuano a spendere soldi preziosi – fino a 650 euro – per la diagnosi e la cura dei figli con disturbi specifici di apprendimento e le scuole sono lasciate sole”. Lo dichiara la consigliera regionale del PD Antonella Forattini in relazione al passaggio, oggi in Commissione Sanità, di una delle fasi di attuazione della Legge sui disturbi di apprendimento approvata nel 2019: la costituzione e il regolamento del Comitato tecnico regionale che dovrà supervisionare i lavori.
“Purtroppo – spiega Forattini – si tratta ancora di una fase assolutamente preliminare, mentre l’operatività della legge resta lontana perché la Giunta di Regione Lombardia è in estremo ritardo. Quella di oggi è, di fatto, l’unica azione completata su questa legge e, di certo, non si può darne la colpa al Covid. Il comitato tecnico, infatti, doveva essere costituito entro 90 giorni dall’approvazione del testo, cioè entro il gennaio 2020. Abbiamo più di due anni di ritardo.
Nulla, invece, è stato fatto sulle altre importanti azioni contenute nella legge: la realizzazione di misure didattiche di supporto, la creazione di percorsi riabilitativi, la promozione di percorsi di diagnosi per coloro che hanno già superato l’età evolutiva, il rafforzamento delle attività di screening per individuare i segnali predittivi dei disturbi specifici dell’apprendimento, le iniziative di formazione e aggiornamento per operatori sanitari, corpo docente e tutti i soggetti coinvolti.
Oltre al ritardo nel rendere esecutiva la legge, restano diverse perplessità su questo tema. La prima riguarda le equipe individuate per la diagnosi. Si tratta spesso di professionisti autorizzati dall’ATS ma, a tutti gli effetti, restano equipe private e i genitori pagano le prestazioni per le diagnosi così come il percorso di cura. Si va in media dai 350 ai 650 euro a famiglia. La seconda criticità riguarda la dotazione finanziaria. Per dare piena attuazione alla legge serve incrementare le risorse.
Una buona legge, quindi, ma pochi fatti concreti. La stessa situazione si sta già verificando per la legge sui disturbi alimentari, che abbiamo approvato oltre un anno fa in Consiglio Regionale e sulla quale la Giunta ha fatto poco.
Non vorrei che accadesse lo stesso sul cosiddetto psicologo di base, che in questi giorni la maggioranza in Regione sta sbandierando ovunque come cosa fatta, ma deve ancora passare per Commissione e Consiglio Regionale. Auspico che non si tratti solo di uno slogan elettorale”.
Milano, 4 maggio 2022