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BOCCI (PD): “SECONDO L’ASSESSORE GALLI CINEMA E TEATRI CON LA PANDEMIA SI SONO ARRICCHITI”

“I tagli alla cultura lombarda? Soprattutto per lo spettacolo dal vivo, secondo l’assessore regionale alla Cultura, il leghista Galli, sono quasi ‘meritati’, perché a suo dire tanto si sono goduti le prebende per il Covid e hanno fatto finalmente quadrare i bilanci. Parole vergognose”, è il commento amaro di Paola Bocci, consigliera regionale del Pd e capogruppo in Commissione Cultura, dopo aver ascoltato, stamattina in Aula, la risposta dell’assessore a una sua interrogazione a risposta immediata sulla questione.
“Chiedevamo di sapere quali motivazioni nel dettaglio abbiano spinto Regione Lombardia a effettuare tagli di quella portata ai contributi per enti culturali , per cinema e spettacolo dal vivo, e quali siano i motivi per cui queste riduzioni siano state effettuate con modalità non lineari ai diversi soggetti, mettendo a rischio la sostenibilità economica degli enti coinvolti, ignorando che la cultura sia leva di sviluppo e di investimento per l’economia e per la coesione sociale della nostra regione”, racconta Bocci.

La risposta è stata scioccante, per la consigliera Pd: “Galli ha dichiarato che ci saranno delle integrazioni, ma non ha detto quando e di quanto. Ed è profondamente sbagliato il ragionamento che ha fatto in Aula che tiene conto solo della redditività dell’investimento pubblico in cultura. Il settore culturale non è solo una mucca da mungere – prosegue Bocci –. Ma l’assessore si è spinto oltre accusando i direttori di non avere capacità manageriali nella gestione degli enti culturali: ha detto testualmente che nei due anni di pandemia tutti i teatri si sono arricchiti, hanno sistemato i loro bilanci. Ha aggiunto che il Piccolo Teatro ha avuto il miglior bilancio della sua storia, con i lavoratori coperti dal Fis, il Fondo di integrazione salariale, e l’acquisizione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo del Ministero, e ha invitato a guardare dentro ai bilanci per capire quanto gli ‘sia andata bene’! Da non credere a quanto abbiamo dovuto ascoltare”.

La consigliera dem ha replicato immediatamente, ricordando all’assessore Galli che “i teatri e gli enti culturali prima di fare redditività hanno una funzione sociale, di integrazione e di accrescimento del patrimonio cognitivo delle persone, ed è molto offensivo dire che hanno lucrato e guadagnato nel periodo della pandemia, che li ha messi in ginocchio. Sono stati anni critici, senza pubblico, senza spettacoli, dove molti enti hanno fatto sforzi economici di tasca propria per integrare i contributi e i ristori ai lavoratori. La motivazione del sostegno maggiore agli enti più fragili non sta in piedi, perché si equiparano soggetti a cui sono destinati fondi di poche decine di migliaia di euro rispetto a enti più complessi e strutturati dove i tagli sono intorno al 50%, oltre un milione di euro per la Scala, e simili percentuali per il Piccolo Teatro d’Europa e per Brescia. Istituzioni che fanno indotto, sviluppo, lavoro a Milano e in Lombardia. Ma ogni teatro, cinema, museo, piccolo o grande che sia, fa cultura, ha funzione sociale, crea coesione sociale, accresce il patrimonio culturale dei cittadini lombardi. E vengono bollati dal loro assessore regionale come degli approfittatori. Incredibile”.

Qui il testo e l’iter istituzionale dell’interrogazione

Milano, 6 dicembre 2022

PD Regione Lombardia