Regione Lombardia, con l’assessore Gallera, ha dichiarato ancora una volta oggi, in una videoconferenza con i componenti della Commissione Sanità, l’intenzione di individuare anche le case di riposo come strutture per l’ospitalità di pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali. Contro questa ipotesi, contrastata anche dal mondo delle case di riposo, si sono espressi per il Pd il vice presidente del Consiglio Regionale Carlo Borghetti e il capodelegazione in Commissione Sanità Gian Antonio Girelli: “Le RSA, Residenze sociosanitarie per anziani, così come tutte le strutture sociosanitarie, oggi sono tra i luoghi più esposti al rischio contagio da Coronavirus, per la palese vulnerabilità delle persone che ospitano: siamo molto preoccupati dall’idea della Regione di utilizzare posti letto in queste strutture per pazienti positivi, seppure in via di guarigione. La diffusione del virus in una RSA sarebbe devastante, sia per gli ospiti che per gli operatori, ed è illusorio pensare di potere separare con sicurezza eventuali spazi per pazienti Covid. La promiscuità di persone Covid e non-Covid va evitata ovunque! Di più, chi lavora in RSA e nelle strutture sociosanitarie deve avere accesso a tutti i dispositivi di protezione necessari. Problema analogo per i Centri diurni integrati per anziani e i Centri diurni per Disabili. La Regione è stata interpellata da diversi giorni, non solo da parte nostra, sull’opportunità di disporne la chiusura, ma nessuna decisione è stata presa. Affidarsi alla discrezionalità dei gestori crea solo ulteriori disagi, anche alle famiglie. La Regione ha la necessaria autonomia decisionale: decida subito regole chiare e sicure su queste strutture sociosanitarie come sui centri socioeducativi e su tutti gli altri servizi educativi, senza lasciare la patata bollente in mano ai Comuni o ai gestori. Il Veneto e l’Emilia-Romagna lo hanno già fatto”.
Milano, 13 marzo 2020